Il vero motore di Y Combinator: Jessica Livingston
Per me Jessica Livingston è un faro, un punto di riferimento, una grande insegnante. Chissà che da oggi non lo diventi anche per qualcuna o qualcuno di voi.
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Oh come mi piace parlare di Jessica Livingston!
In pochissimi la conoscono, nonostante sia stata per anni e anni il motore dietro a Y Combinator — nonché sua co-fondatrice — quindi oggi ho deciso di parlarvene.
Mi è venuta l’idea perché recentemente ha lanciato un podcast, insieme a Carolynn Levy (inventrice della SAFE!), dove chiacchiera con alcuni mostri sacri della Silicon Valley, come Paul Buchheit, il creatore di Gmail, o Tony Xu, founder e CEO di DoorDash.
Il podcast si chiama The Social Radars e ve lo consiglio caldamente, sotto vi lascio alcuni spunti interessanti che mi ha dato.
Non vorrei riscrivere la sua bio o la sua pagina di Wikipedia, quindi vi dirò solo alcune cose rilevanti che mi hanno colpito, o fonti interessanti per approfondire la sua storia. In ordine sparso come mi vengono in mente.
Partiamo da questo articolo — Grow the Puzzle Around You — che se avete solo 5 minuti è l’unica cosa che vi consiglio di leggere su Jessica Livingston, molto meglio di questo che sto scrivendo io.
È un’articolo scritto da lei in prima persona sul suo blog che racconta la sua storia e gli insegnamenti che ha racconto lungo il percorso.
Oro.
Recentemente, per il mio side-project “PG: il pifferaio magico dei nerd”, ho registrato la versione podcast dell’essay di Paul Graham dedicato proprio a Jessica, che si intitola appunto Jessica Livingston.
È un essay bellissimo, che fa comprendere molte delle dinamiche dietro YC e dietro il suo founding team.
Jessica, oltre ad essere la co-fondatrice di YC, investitrice di aziende come OpenAI, autrice di libri, articoli e podcast, è anche la moglie di Paul Graham. Questa è di solito la prima informazione che viene data quando si parla di lei. E
d è un po’ un peccato, perché a dire di tutti quelli che c’erano in prima persona — PG, colleghi, founder — YC i primi anni era letteralmente retto in piedi a Jessica.
PG ci metteva i consigli e lei ci metteva l’execution: e sappiamo tutti che una startup è 99% execution.
Uno dei libri più interessanti che possiate leggere per comprendere il mindset di un founder, e in particolare un founder della Silicon Valley, è Founders at Work, scritto da Jessica Livingston.
Il libro raccoglie una serie di interviste ad alcuni imprenditori che hanno letteralmente costruito la Silicon Valley. La struttura è simile al suo nuovo podcast, forse il libro è un po’ più asciutto e dritto al punto, mentre il podcast risulta più una chiacchierata leggera.
Spesso, mentre faccio la due diligence per un investimento, cerco online dei video dove i founder parlano a una conferenza, vengono intervistati, presentano a un demo day. Guardo e riguardo i video per cercare di capire se ci sono dei tratti della loro personalità che possono trasparire da quello che dicono, come lo dicono, come interagiscono.
È niente di più che un’informazione di contorno, ma spesso mi aiuta a comprendere alcune sfumature ulteriori della persona che ho davanti.
Vi consiglio di farlo anche con Jessica Livingston, se siete curiosi di conoscerla meglio.
In particolare, ci sono due video che secondo me meritano:
Jessica Livingston : How to Build the Future, dove viene intervistata da Sam Altman
Il suo intervento alla Female Founders Conference di YC del 2018
Infine qualche spunto da The Social Radars, che è appunto il suo nuovo podcast, creato insieme a Carolynn Levy.
Per ora sono uscite tre puntate, che io ho già ascoltato voracemente. Sono un po’ lunghine, la prima supera l’ora di durata, io di solito preferisco podcast sui 20-25 minuti (come Morning, che ascolto religiosamente ogni giorno 😁). Ma non vi fate scoraggiare, meritano.
La più interessante secondo me è quella con Paul Buchheit, anche conosciuto come PB, creatore di Gmail, co-founder di FriendFeed, e a lungo Partner di YC.
Due cose mi sono rimaste impresse nella sua intervista:
In quanto creatore di Gmail all’interno di Google, lui era anche responsabile del suo lancio all’esterno dell’azienda (che fu un po’ goffo, ma non voglio spoilerarvi altro). A proposito di questo, cita una “regola” interessante quando Jessica gli chiede “dopo aver testato Gmail internamente, quando avete deciso che sarebbe stato pronto per essere presentato al mondo?”. Spiega che in Google, un prodotto era pronto per essere lanciato quando raggiungeva i “100 happy users” interni all’azienda. Quindi lui aveva inserito un piccolo survey pop up dentro Gmail che chiedeva ai suoi colleghi: “sei felice di Gmail?”. Se l’utente rispondeva “sì”, veniva aggiunto alla lista dei 100 utenti felici, se invece rispondeva “no”, veniva raggiunto nel suo ufficio e interrogato su come migliorare il prodotto.
PB, dopo Gmail, ha fondato FriendFeed, che è stato per qualche anno un competitor diretto di Facebook, per poi essere acquisito proprio da Zuckerberg. PB racconta la storia dell’acquisizione e di come venne portata a compimento dal venerdì mattina alla domenica sera, con l’annuncio sui giornali il lunedì mattina. Jessica gli chiede: “Ma perché tanta fretta? Alla fine l’accordo con Mark Zuckerberg c’era, perché avete voluto chiudere facendo i salti mortali in un weekend?”. E lui risponde con una verità che sembra scontata, ma non lo è mai abbastanza: “Every day that a deal doesn’t close, there is 10% chance it will not close”.
Altri due spunti veloci, che vi invito ad andare a cercare all’interno delle puntate:
Nella puntata con David Lieb, co-founder di Bump e creatore di Google Photos, ho trovato molto interessante il ruolo della sua testardaggine nell’effettiva creazione di Google Photos (è stato “licenziato” dal team ben due volte prima di riuscire a realizzare la sua vision).
Nella puntata con Tony Xu, co-founder e CEO di DoorDash, mi è piaciuto molto il modo in cui spiega il suo approccio molto hands on alla gestione dell’azienda: nonostante oggi DoorDash sia un mega unicorno, lui fa ancora le consegne in prima persona una volta al mese e 15 minuti al giorno di customer support per comprendere in prima persona le necessità e il grado di soddisfazione dei propri clienti
Per me Jessica Livingston è un faro, un punto di riferimento, una grande insegnante.
Chissà che non lo diventi anche per qualcuna o qualcuno di voi 😉
Grazie Irene, articolo denso di contenuti, uno dei miei preferiti