Vogliamo investire $500K sulla prossima Kong
Siamo alla ricerca di italiani che brucino dal desiderio di conquistare il mondo partendo da San Francisco. Se il tuo profilo rientra in quelli che stiamo cercando, applica subito👇🏻
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In sintesi:
Cerchiamo founder italiani su cui investire (nella loro Inc a San Francisco, ovviamente)
Con criteri molto specifici (leggete bene sotto)
Le candidature si inviano dal form in fondo alla pagina
A quasi sei anni dal primo investimento come Lombardstreet Ventures, la percentuale dei founder italiani che decide di andare a lanciare la propria high-tech company in Silicon Valley è ancora, purtroppo, a dir poco esigua.
D’altro canto la comunità del Dojo, che cerca invece di decodificare e spiegare Silicon Valley ai founder italiani, è in grande e costante crescita.
Come mai?
In parte, crediamo che ciò sia dovuto al fatto che il mito degli USA scorre da sempre nelle nostre vene grazie alla TV prima e Netflix, YouTube, Twitch poi. In secondo luogo perché in qualche modo ci sentiamo un po’ tutti frustrati dalla nostra cara Italia, che nonostante, come di dice, Software Is Eating the World and AI Is Eating Software, da noi sembra spesso che la voglia di “make a dent in the universe” si limiti al solo suolo nazionale. Ma l’innovazione, in quanto tale, non può avere limiti così… stretti.
Parlare e leggere di America forse ci fa sentire un po’ più Indiana Jones, ma poi, quando si tratta di agire, tutto si fa più complesso.
Siamo veramente ostacolati dal sistema in cui siamo cresciuti o è soltanto una scusa?
In fondo, i nostri bisnonni non venivano frenati da qualche settimana di nave per andare a conquistare il nuovo continente e creare un futuro migliore per le loro famiglie. Come non avevano problemi a partire da una bottega dietro casa per costruire multinazionali ambiziose in grado di essere leader nel mondo.
La nostra esperienza come investitori con gli italiani che hanno passione e agiscono di conseguenza, mi ricorda un po’ i nostri bisnonni. Il loro entusiasmo, competenza e determinazione a farcela è unica, anche per Silicon Valley. La loro resistenza di fronte alla difficoltà è a livelli secondo noi mai visti in altre culture. Potremmo essere di parte in quanto affermiamo, ma ci crediamo fermamente.
Come molti di voi sapranno quando io ho iniziato ad investire in Silicon Valley ormai dodici anni fa, l’ho fatto puntando su quei pochi italiani intrepidi e visionari che ho trovato per lo più a San Francisco. Erano cifre modeste, ma comunque importanti per un angel investor e, ancora di più, fondamentali per coloro che le ricevevano. Erano un inizio, un segno di fiducia oltre che, come sempre, un grande salto nel buio per tutti.
Ho iniziato con Mashape—ora Kong— nel 2010, e ho continuato meno di due anni dopo con Timbuktu Labs—ora Good Night Stories for Rebel Girls. Entrambe erano state pensate e create dal nulla da italiani e italiane con una gran voglia di vincere. Tutti giovani, anzi giovanissimi a volte, spesso con un inglese sgangherato, ma guidati da un sogno: creare aziende high-tech e farle diventare grandi partendo da San Francisco. Poi è arrivata anche Sysdig nel 2013 e lì, mi sono messo in gioco personalmente, scommetendo sul futuro del cloud.
La domanda che abbiamo continuato a porci è stata sempre la stessa: quegli italiani e quelle italiane, con un sogno americano in testa e una grande determinazione di farlo avvenire, sono stati casi isolati oppure si possono replicare?
Da quando Lombardstreet Ventures ha iniziato i primi passi nel 2017 abbiamo incontrato, di tanto in tanto, altri italiani in Bay Area con tanta voglia di vincere che scorreva nelle vene. Alcuni tra loro hanno raccolto capitali—anche da noi—e stanno scommettendo sulla loro idea e sugli Stati Uniti come trapolino di lancio.
Come mai, però, sono così pochi?
Lombardstreet Ventures era nata proprio per scommettere su di loro, ma dopo poco abbiamo dovuto allargare lo spettro del nostro interesse a causa di un’assoluta scarsità di materia prima. Non per questo, però, abbiamo smesso di credere che nel mondo ci siano diversi connazionali che possano ambire a diventare i prossimi Augusto Marietti, Marco Palladino o Loris Degioanni. Quest’ultimo una volta mi disse:
Per fare una startup si deve essere molto giovani o molto benestanti.
All’epoca, nel 2013, non ero molto d’accordo, ma oggi devo dire che probabilmente aveva ragione.
Il succo del discorso è questo: se vuoi fare una startup, falla quando sei molto giovane—che è sicuramente meglio. Non ci sono grossi vincoli e non hai nulla da perdere. Quando gli anni aumentano non è detto che non ci si possa lanciare in qualcosa di ambizioso, ma il freno è spesso tirato nonostante i nostri buoni propositi.
Non vogliamo scoraggiare nessuno, ma i vent’anni sono meglio, molto meglio, dei quaranta quando parliamo di startup. Di persone di 35-40, anche 45 anni, che si lanciano in questo viaggio ne incontriamo diverse, ma quasi tutte quelle interessanti hanno già fatto qualcosa di importante in precedenza e ora sono pronti per aziende ancora più ambiziose.
Partendo da queste considerazioni, abbiamo deciso di andare alla ricerca del prossimo unicorno creato da giovani italiani partendo da Silicon Valley.
Quindi se il vostro profilo rientra in quello che andremo a descrivere tra poco, applicate: sarete intervistati direttamente da noi. Ci sarà una selezione, ovviamente, e non tutti avranno questa possibilità, ma vi promettiamo che dedicheremo almeno uno slot a settimana per i prossimi mesi proprio a questo scopo.
Avvertenze
Non si tratta di office hour o give back. Stiamo proprio cercando i prossimi italiani ed italiane che potranno creare un unicorno a San Francisco.
Durante la vostra interview saremo molto onesti, vi faremo domande concrete sul vostro business, sull’idea, sui clienti potenziali e reali. Se non va, non mollate e non scoraggiatevi, ripensate, costruite e riapplicate.
Ci sarà una pre-selezione per le application, ma quelli che tra voi saranno selezionati, potranno accedere all’interview e, se in grado di entusiasmarci, ricevere fino a $500,000 di investimento da Lombardstreet Ventures.
Chi Cerchiamo
Non ve la prendete…
…ma abbiamo deciso di restringere la ricerca a dei profili molto particolari. Il nostro intento non è escludere qualcuno, ma cercare di folcalizzare l’attenzione di italiani e italiane su quei settori nei quali, a nostro parere, abbiamo una buona chance di farcela.
Perché vi chiederete: perché in Silicon Valley ci conoscono proprio per quello che lì abbiamo costruito in quegli ambiti. Quindi dimenticate i classici stereotipi food, fashion, design—non ricordo neppure un caso italiano finanziato in Bay Area su questi temi—e preparatevi a quello che segue.
Per ora iniziamo così, poi nei prossimi mesi potremmo anche pensare di affrontare un cluster diverso.
Pronti? Via!
Età: tra i 18 e 25 anni. Rimaniamo convinti che questa sia la fascia più adatta quando partiamo dall’Italia. Il percorso è luuuuuungo, ma proprio lungo. Se siete giovani, senza legami particolari e non avete nulla da perdere, le vostre chance sono decisamente più elevate. Non è fair, ma è un fatto.
Team: un minimo di 2 co-founder, con almeno un hacker—a.k.a. CTO, ma hacker è meglio—a bordo. Vanno bene anche due tech person e, in quel caso, se uno dei due ha anche un po’ il piglio di business—o business acumen, come si dice—non guasta.
Se siete da soli e avete tutte le caratteristiche che ho elencato fino ad ora, fermatevi e andate a cercare un co-founder. Poi, e solo poi, contattateci.
Caratteristiche Personali: non c’è nulla da fare, per fare una startup servono persone molto appassionate, anzi ossessionate, dal problema che stanno cercando di risolvere, disposte a sacrificare tanto nei primi 10 anni della loro company. Per citare una frase che i ragazzi di Kong ci hanno ripetuto spesso, persone determinate a non mollare prima di aver dato tutto il possibile al loro sogno.
San Francisco: San Francisco dovrà essere il luogo in cui i founder vogliono e devono stare per il bene di quello che stanno creando. Ci dovete convincere di questo. Ci attendiamo che il team sia pronto a spostarsi in Silicon Valley. Ve lo diciamo subito: niente remote work per il founding team. Li vogliamo a lavorare tutti assieme in Bay Area.
Stadio di Sviluppo: cerchiamo progetti molto freschi, non ci attendiamo revenue—se ci sono, meglio, ma devono essere USA o internazionali. Ricavi fatti in Italia non servono allo scopo che ci prefiggiamo. Lo stadio di sviluppo ci aspettiamo quindi che sia tipicamente Pre-Seed. Se avete un prodotto, anche in fase prototipale, meglio; ma vanno bene anche delle idee purché ben articolate in un pitch—e tanta conoscenza del problema che andrete a risolvere.
Mercato: non ci attendiamo grandi esperienze pregresse nel founding team data la giovane età, ma vogliamo essere convinti che abbiate fatto tutto il possibile per conoscere il vostro mercato di riferimento. Per questo bastano libri, Internet e tempo. Se ci sono dei competitor dovete averli provati e valutati; dobbiamo capire perché la vostra soluzione è meglio della loro. Vogliamo essere convinti che siete sul pezzo e dei veri esperti della vostra nicchia. Ricordate che i VC non saranno mai esperti quanto voi, anzi, spesso la loro conoscenza del vostro settore è molto superficiale. Il primo vostro mercato target deve essere il Nord America—o il mondo, se questo ha senso per quello che fate (es. un database open-source). Molto meglio un continente alla volta, però.
Lingua: voglio ribadire l’ovvio: tutto deve essere in inglese, sito, prodotto, pitch, ecc. Noi investiamo solo in company americane con mercato target USA, null’altro.
Settori: per questa iniziativa non siamo interessati ad una vasta gamma di settori, ma solamente quelli per cui, partire da italiani, spesso in Italia, ha, dal nostro punto di vista, un senso forte. Detto questo ci interessano iniziative solo software (no hardware, no biotech, no deep tech, no device di alcun genere…) nei seguenti ambiti B2B o B2D—Business to Developer—, anche un po’ di B2C, ma non troppo:
SaaS: qui ci sta di tutto, basta che sia una urgent need per tanti—americani, sopratutto. Nonostante l’anno complicato per il mercato, il settore del SaaS continua a dare le soddisfazioni migliori.
Security o Information Security: il settore è tra quelli che continua a vedere un grande interesse da parte di tutti: “Information security budgets remain steady even amid volatile economic conditions, with companies and governments alike continuing to invest in the sector.” (PitchBook)
(Commercial) Open Source: costruire un prodotto open-source è, a nostro parere, qualcosa che non stiamo valutando a sufficienza come italiani. Senza contare che le tre iniziative di maggior successo guidate e spinte da connazionali a livello internazionale negli ultimi 15 anni traggono tutte origine dall’open-source: Kong Inc. (Marco Palladino e Augusto Marietti), Sysdig Inc. (Loris Degioanni) e Redis Inc. (Salvatore Sanfilippo).
AI, ma non cose generiche: cerchiamo applicazioni dell’AI in un ambito specifico che possa monetizzare in fretta. Automatizzare è la parola d’ordine in questo caso anche e soprattutto in ambiti molto tecnici, come la security o il cloud in genereale. Il panorama di quello che ancora possiamo fare è comunque vastissimo, ma fate in fretta perchè qui il settore sta esplodendo. Secondo me il più del 50% delle startup che stiamo vedendo dal batch di YC Winter 23—W23— fanno leva sull’AI per creare applicazioni utili.
Developer Tools: amiamo i developer tool, anche se sono molto difficili da scovare e far penetrare nel mercato. L’ultimo investimento che abbiamo fatto in questo settore è FlutterFlow e siamo veramente felici di averci scommesso.
Cloud Services: nonostante quello che si legge, nel cloud c’è ancora tanto da costruire e automatizzare. Kubernetes, che oggi sembrano usare tutti, è molto complicato da tenere sotto controllo.
Microservices/API: questo è un vecchio cavallo di battaglia su cui a nostro parere c’è ancora molto da dire. Uno dei nostri recenti investimenti è proprio sul fronte microservice e cloud. Amiamo tutto ciò che è API-first o API-only.
Infrastructure Software: qui ci sta tutto quello che serve come building block per altre cose nelle architetture dei sistemi—ad es. un database come Hydra, altra nostra portfolio company.
Cosa ci interessa poco:
ecommerce, a meno che non sia un software framework, magari open source, o qualcosa di rivoluzionario;
web3, a meno di casi eccezionali:
🤔
NOTA: Se il prodotto è già stato lanciato, avete raccolto un round in Italia e fate revenue in Europa, allora siete off target. Il mercato unico che ci interessa sono gli Stati Uniti, quindi dirci che state crescendo in Europa e poi affronterete gli USA, non è purtroppo quello che cerchiamo. US first and only, for now!
Inoltre, se avete fatto un round in Italia diventa quasi impossibile trasferire l’azienda negli USA. É piu facile chiuderla e ripartire da capo.
Come si applica per l’interview
Ready?
Ora dovreste avere tutte le informazioni che servono per applicare.
Se siete pronti, compilate questo form online e curate molto bene le informazioni che vi vengono richieste. Siate brevi ed estremamente chiari.
Date un’occhiata alle domande che vi facciamo e siate certi che le risposte che darete siano brevi e ben ponderate. Da quello dipende l’ammissione al meeting.
Spoiler alert: il video del founding team è molto importante.
In caso di risposta positiva vi invieremo un link per prenotare l’interview con noi. In caso negativo, vi invieremo comunque un’email per notificarvi che non siete stati accettati (questa volta!).
Ultima nota: cerchiamo italiani in tutto il mondo, non solo in Italia.
Ho aggiunto una nuova nota nell'articolo per spiegare meglio che le startup che stanno affrontando il mercato europeo non rientrano in quello che cerchiamo—anche se gli USA sono il loro prossimo target. No Europa. USA, solo USA. Uno degli errori che abbiamo osservato nel tempo è proprio questo: pensare di poter affrontare 2 continenti finché siete piccoli e sotto finanziati. Partite con gli USA, poi quando al round C o D raccoglierete $25-50M, allora ci penserete, ma non prima. Nel frattempo dimostrate che potete fare qualche decina di milioni di ricavi in terra americana e vi assicuro che ne avrete molto più che a sufficienza. Quando poi sarete pronti per l'espansione internazionale, vi assicuro che, se i risultati saranno questi, allora avrete la fila dei VC che vorranno investire 💪
Great! Facciamo girare nella community di Lead The Future 🦾🇮🇹