L'Italia e l'Europa in Silicon Valley
Un report - a cui ho lavorato personalmente - che raccoglie molte delle cose che mi appassionano: i numeri, i dati, i grafici, l'innovazione, l'Europa, la Silicon Valley.
Questo articolo mi sta particolarmente a cuore perché parla di quello di cui mi sono occupata per oltre cinque anni quando lavoravo in ART-ER, prima di entrare nel team di Lombardstreet Ventures: gli hub innovazione in Silicon Valley.
Io dal 2015 al 2020 mi sono occupata delle attività dell'hub innovazione dell'Emilia-Romagna in Silicon Valley, un presidio avviato nell’ambito delle politiche per l’internazionalizzazione della Regione Emilia-Romagna. Dell'Emilia-Romagna?! Cosa ci fa un hub di una regione italiana in Silicon Valley? Ci fa quello che ci fanno tutti gli altri hub innovazione di eccellenze regionali europee, come la Catalogna o la Baviera: supporta tutti i soggetti del suo ecosistema che vogliono aprire relazioni in Silicon Valley. E lo fa grazie ad ART-ER, società consortile dell’Emilia-Romagna che si occupa, tra altre cose, di innovazione e internazionalizzazione.
(Piccola nota polemichina mia e mia soltanto: e ci fa quello che dovrebbe fare un hub pubblico nazionale, ma che non c'è mai stato, anche se ora nel 2021 c'è speranza - aprirà un hub che sarà l'unione tra l’Istituto Italiano di Cultura e il Desk Attrazione Investimenti Diretti Esteri in Italia dell’Agenzia ICE.)
Con l'hub dell'Emilia-Romagna abbiamo supportato startup, grandi aziende, università, acceleratori, cluster, studenti, centinaia di soggetti, sia tramite programmi di b2b, che tramite apertura diretta di relazioni. Non vi voglio tediare, qui trovate il sito che raccoglie un po' delle attività e qui un video recap (non so se notate un vaghissimo accento romagnolo) di quello che abbiamo fatto. Io ne sono molto orgogliosa.
Ma veniamo al tema principale dell'articolo. L'anno scorso ho lavorato personalmente ad un report, pubblicato quest'anno, che raccoglie molte delle cose che mi piacciono e mi appassionano: i numeri, i dati, i grafici, l'innovazione, l'Europa, la Silicon Valley.
L'obiettivo era quello di fare un "censimento", una fotografia, degli hub innovazione europei in Silicon Valley: la loro dimensione, la loro longevità, le tipologie di attività, e tanti altri dettagli per capire un po' il panorama e cercare di imparare gli uni dagli altri.
Il report l'abbiamo realizzato insieme a EIT (European Institute of Innovation and Technology) Hub Silicon Valley, che è un po' il soggetto europeo che tiene le fila di tutto ciò che di Europe-related accade in Bay Area.
In questo articolo vorrei raccontarvi un po' cos'abbiamo scoperto grazie a questo lavoro. Penso che possa essere un bello spunto di riflessione per tutti coloro che lavorano nel mondo dell'innovazione in un contesto europeo (magari un po' meno per le startup in sé questa volta, perdonatemi il cambio di focus).
European Innovation Hubs in Silicon Valley - 2021
Andiamo al sodo: il report lo potete consultare e scaricare da qui 👉 European Innovation Hubs in Silicon Valley 2021 (55 paginette leggere leggere scritte di mio pugno 😅).
Per realizzarlo abbiamo intervistato tutti i soggetti a livello europeo, nazionale e regionale dell'Europa geografica (quindi non solo Unione Europea) presenti con un hub innovazione (quindi non con focus trade o diplomatico, ma con focus specifico sull'innovazione) in Silicon Valley: 23 per la precisione.
Una panoramica
In rosso nella cartina sopra vedete i Paesi attivi in SV, in grigio quelli che attualmente non hanno un hub innovazione (UK per esempio ha solo un ufficio che si occupa di trade).
I soggetti presenti in Silicon Valley sono 23:
la maggioranza a rappresentanza nazionale,
2 a rappresentanza europea: EIT Hub e Mind The Bridge,
1 a rappresentanza di un gruppo di paesi: la Nordic Innovation House che rappresenta Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca
e 5 a rappresentanza regionale: l'Emilia-Romagna (Italia), la Catalogna (Spagna), la Baviera (Germania), la Northern Germany (che rappresenta le regioni di Schleswig-Holstein, Hamburg e Bremen in Germania) e la Vallonia (Belgio).
Qui sotto vi lascio la griglia con un po' di dettagli paese per paese, in modo da avere una visione d'insieme della presenza europea in Silicon Valley.
Gli highlights del report
Vi lascio qui un po' di spunti interessanti nati da questo report, se poi vi interessa particolarmente il tema sono molto felice se sono riuscita ad ispirarvi l'approfondimento 🤓
Il primo hub europeo in Silicon Valley ancora attivo è stato aperto nel 1989 dalla Catalogna
20 hub su 23 sono finanziati con soldi pubblici (completamente o parzialmente), solo 3 sono al 100% privati
2/3 sono a San Francisco (a volte vicino ai relativi Consolati), 1/3 nella Valley vera e propria (in particolare tra Menlo Park, Palo Alto, Sunnyvale e Santa Clara)
L'hub con il team più grande è quello della Danimarca, che conta ben 45 persone (in crescita, erano 35 nel 2018), seguito da Mind The Bridge con 27 persone, dai Paesi Bassi con 25, e dalla Svizzera con 12
6 hub sono gestiti da una sola persona (tra cui l'Emilia-Romagna)
La maggioranza (2 su 3) di questi hub è collegato ad altri uffici "gemelli" in altre zone degli Stati Uniti: in particolare New York, Chicago e Boston
Il target principale di questi hub innovazione sono le imprese, di varia forma e dimensione: startup, scaleup, PMI, corporate
Insomma "one size does not fit all": non c'è una modalità o una struttura comune. Ognuno di questi hub ha "reinventato la ruota" quando si è trattato di stabilirsi in Silicon Valley, creando un modello nuovo e unico, adatto alle proprie esigenze.
Gli hub con cui abbiamo parlato sono tutti diversi tra loro per dimensioni, storia, attività. Non c'è quindi un ricetta specifica per creare l'hub perfetto, sono però tutti costruiti su un terreno comune: la convinzione che la Silicon Valley sia the place to be per essere al centro alle tendenze dell'innovazione di tutto il mondo.
La cosa più interessante
Vorrei concludere questo approfondimento con un mio commento personale sull'aspetto più interessante del lavorare a questo report.
Disclaimer: nei miei tanti anni da scout ho sempre odiato quando alla fine di un gioco venivano premiati tutti oppure si concludeva con un "vince l'amicizia" 😂 Quindi vi prometto che con queste righe che seguono non voglio fare del buonismo gratis, ma davvero è il pensiero che mi è rimasto maggiormente attaccato da questo lavoro.
Insomma: la cosa più interessante di tutto questo lavoro sono state le relazioni che si sono sviluppate con gli altri hub manager. Confrontarci e parlarci (a più riprese) ha permesso la nascita di un legame informale tra soggetti che usualmente interagiscono in maniera formale. Ed è stato interessantissimo. Io ho scoperto tantissime cose che prima non sapevo e ho potuto mettere a disposizione un po' della mia esperienza a favore di altri manager che stavano affrontando problemi che magari noi avevamo già superato (e che spesso venivano fuori da chiacchiere pre-post intervista effettiva).
Cosa voglio dire con questo?
Che alla fine la relazione umana, molto spesso, è uno dei valori più importanti che ci portiamo a casa, anche quando analizziamo dei numeri ed è questa relazione il contributo più importante che possiamo dare per far crescere l’innovazione e l’internazionalizzazione dei nostri ecosistemi di provenienza.
E quindi per le imprese italiane interessate alla Silicon Valley cosa c'è?
Appendice finale per i lettori pazienti che sono arrivati fino a qui.
Vi lascio alcuni dettagli su cosa c'è in Silicon Valley di classificabile come "italiano" e interessante per la nostra community:
Silicon Valley Italian Hub: questo lo dovreste già conoscere, è l'equivalente fisico del nostro Dojo online (se ve lo siete perso potete fare un ripassone qui). È uno spazio fisico creato da Lombardstreet Ventures e Bootup World, con l'obiettivo di dare una casa unica a tutti i founder, investitori, appassionati di innovazione italiani interessati a mettere un piede in Silicon Valley. Ci sono anche bootcamp e spazi di coworking (ovviamente c'è anche il nostro ufficio). Nato nel 2020, è un'iniziativa completamente privata.
Emilia-Romagna in Silicon Valley: come già detto sopra, è l'hub innovazione delll'Emilia-Romagna, con servizi e programmi per tutti i soggetti dell'ecosistema innovazione del territorio (da founder a incubatori a ricercatori). Negli anni ha seguito nella loro esperienza in Silicon Valley oltre 100 soggetti. Nato nel 2015, è un'iniziativa completamente pubblica.
Desk Attrazione Investimenti Diretti Esteri in Italia - Agenzia ICE: è l'ufficio di ICE che si occupa di favorire l’insediamento e lo sviluppo delle aziende straniere in Italia e di incanalare l'interesse di investimenti USA verso l'Italia. Svolge un fondamentale lavoro di networking e di supporto one-to-one alle aziende americane e italiane. Non organizza programmi e non ha spazi fisici. Nato a inizio 2017, è un'iniziativa completamente pubblica e ha sede dentro al Consolato.
Italian Innovation and Culture Hub (IICH): nuovo soggetto che dovrebbe iniziare le proprie attività nel 2021. Per ora non ci sono dettagli o siti web, ma dal comunicato stampa di presentazione si parla di uno spazio a North Beach dove far conferire le attività di due organizzazioni già presenti e attive a San Francisco: l’Istituto Italiano di Cultura e il Desk Attrazione Investimenti Diretti Esteri in Italia dell'Agenzia ICE di cui sopra.
Mind The Bridge (EU): li inserisco di straforo perché ormai le loro attività sono di rappresentanza e respiro internazionale/europeo, più che italiano (lo vedete anche dal report) - e sono a tutti gli effetti una advisory firm più che un innovation hub. Però comunque sono coinvolti in diversi progetti di interesse per l'ecosistema italiano (come Fullbright Best o il bando Global Start Up Program di ICE), quindi credo siano comunque importanti per il panorama italiano in Silicon Valley.
BAIA - Business Association Italy America e SVIEC - Silicon Valley Italian Executive Council: questi sono due business network della comunità italiana in Silicon Valley. Non sono innovation hub, non hanno una sede fisica o programmi (e spesso sono tenuti in vita dal prezioso lavoro di volontari appassionati!), però per completezza li inserisco in lista.
Insomma, l’Italia c’è, adesso ci vogliono i founder italiani 😉
Vi aspettiamo!
Qui sotto il report completo per chi non ne ha avuto abbastanza:
Articolo molto informativo; cosa dovrebbero fare i founder italiani?
Veramente complimenti per il report, un super lavoro! Sarà sicuramente una delle mie letture serali.
Mi hai particolarmente incuriosito quando hai scritto che quasi ogni Hub ha creato "un modello nuovo e unico" per stabilirsi in Silicon Valley. Riesci a farmi un paio di esempi? Grazie mille