Welcome to the Club👋! Questo sarà l'anno del Social Audio
La nuova tendenza nata in Silicon Valley ed esplosa grazie anche al recente exploit di Clubhouse porta il Real-Time Social Audio in primo piano.
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In questo periodo molti stanno parlando di 👋 Clubhouse, alcuni bene, altri… meno. Non tutti l’apprezzano e ne comprendono il valore come fenomeno. Solo su iOS (per ora) e densa di room confusionarie, Clubhouse è una piattaforma dove chiunque abbia un account può creare un stanza per parlare di ciò che vuole. Se la room non è privata altri si possono aggiungere ed alzare la mano per intervenire. Semplice e con un buon livello di gestione delle comunicazioni audio, Clubhouse è diventata una valvola di sfogo e condivisione per tanti in questo periodo (me compreso). L’accesso è ancora su invito, per cui dovete trovare qualcuno nel vostro network che abbia inviti disponibili.
Proprio domani sera, martedì 16 febbraio, alle 21 italiane faremo una diretta Clubhouse con Eleonora Chioda in cui parleremo di Kong e della mia esperienza come loro angel investor. Se avete Clubhouse, questo è il link della stanza Milano - San Francisco, Chapter one: Kong.
Clubhouse: la valutazione
La cosa più dibattuta di questa azienda è indubbiamente la valutazione.
Prima raccolta a maggio 2020 nella quale, saltando a piè pari il seed round, raccolgono ben $10M ad una valutazione di $100M in un Series A guidato da Andreessen Horowitz, uno dei VC più in vista in Silicon Valley. L’azienda era nata poco prima ed è bastata una beta riservata a 5.000 utenti pilota (quelli giusti), per infiammare l’animo dei VC. Se ricordo bene però, i founder avevano un paio di esperimenti sul settore non andati a buon fine negli anni precedenti.
The two of us met back in 2011 through a mutual friend, and we connected over a shared love of social products. Back then, Rohan had been working on ways to help friends find each other in cities, and Paul was building an app called Highlight to help people form friendships with others around them. Over the next ten years we both kept working on social products—experimenting with new apps, failing, and starting again.
In the fall of 2019, we reconnected over some work that Rohan was doing to help his daughter Lydia, who was born with a rare genetic disease, and eventually that reconnection led to us finally teaming up to work together. Against our better judgment, and with the support of two very patient spouses, we decided to give social apps one last try.
After a lot of iteration in the audio space, we launched Clubhouse in March of last year.
Otto mesi dopo la prima raccolta, Clubhouse ha chiuso un Series B da $100M ad una valutazione di $1B, stesso lead investor, diventando un cosiddetto unicorn.
Ora, come faranno questi signori a sostenere la valutazione attuale al prossimo round è tutto da vedere, ma una cosa è certa: sembra che la crescita di questa startup sia impressionante. Vajresh Balaji, un aspirante analyst (come si definisce lui), con una laurea in economia e matematica fresca fresca, nelle scorse settimane ha iniziato a fare un po’ di conti. Stando a quello che ha scoperto, sembra che al primo di febbraio 2021 Clubhouse contasse oltre 6 milioni di utenti, con una crescita di almeno due milioni negli ultimi 10 giorni (c’è chi dice per effetto di Elon Musk).
Something (a lot of) people 😲 want
Questo sì che è quello che si definisce un hockey stick.
I dati sugli utenti di Clubhouse sono emersi grazie ad un insignificante bug incluso nella versione attuale dell’app. Sembra infatti che l’azienda avesse bellamente deciso di dare un ID progressivo ad ogni nuovo utente 😆. Questo ha ovviamente reso il lavoro di analisi della crescita un po’ più facile. Dopo che il Dr. Vajresh ha candidamente ammesso in una diretta Clubhouse (in cui ero presente) come fosse arrivato a quei numeri, l’azienda ha corretto la svista 😳 e quindi d’ora in poi non sarà più così semplice capire come stanno crescendo.
L’ultimo aggiornamento sull’articolo di Vajresh è del 13 febbraio: una “trusted source” conferma che Clubhouse ha superato i 10 milioni di utenti (in 3 mesi e mezzo).
PS: come ben sapete, le metriche sono l’ultima cosa che una startup vuole rendere trasparenti al mondo. Se lo fa, è unicamente con l’obiettivo di una raccolta di capitale o per spingere il prodotto. Sicuramente, non lascia che in self service chiunque possa farle i conti in tasca.
Il fenomeno Clubhouse ci dà però l’occasione per fare qualche riflessione su un tema ben più vasto: il Social Audio.
Il Boom del Social Audio 🎧 (Network)
Utilizzare l’audio per comunicare in diretta o in differita con un gruppo di utenti, non è di per sé nulla di nuovo. Esiste fin da quando è stato inventato il telefono. Su Internet invece, negli anni sono emersi diversi esempi di utilizzo della voce per l’aggregazione di una community, ma per lo più in differita. I podcast, ad esempio. Anch’io ne seguo tanti e lo faccio da sempre.
BTW… Mi sono divertito come un pazzo alla prima puntata di Gimlet Media “How Not To Pitch A Billionaire” nel 2014. Lo so, sono strano.
Quello a cui stiamo assistendo oggi è, invece, un fenomeno completamente nuovo, diventato gioco forza una necessità. Finalmente una piattaforma audio in diretta che permette a chiunque di essere parte della discussione. Il primo fattore di successo della soluzione di Clubhouse è la semplicità: la pandemia nella quale siamo stati catapultati, non ha fatto che amplificare il potenziale di questa soluzione, creando lo spazio per un nuovo mercato (che altrimenti sarebbe stato sicuramente più limitato). C’è chi dice che per la fine del 2021 ci saranno oltre 100 player nel settore. Alcune grosse aziende di questa zona si stanno attrezzando, come Twitter con Twitter Spaces, anche se il modello sembra essere un po’ diverso:
Spaces is a place to come together, built around the voices of the people using Twitter, your Twitter community. Spaces are live for as long as they’re open; once ended, they will no longer be available publicly on Twitter.
PS: ho partecipato alla prima live di Twitter Spaces in questi giorni. Mi è piaciuta, interfaccia chiara e qualità ottima.
Una cosa di cui sono certo è che il boom del Social Audio farà nascere nuovi mercati e piattaforme che oggi non esistono ancora.
Il fenomeno Clubhouse non è solamente un esemplare del Real-Time Social Audio market, ma lo interpreta nel modo più diretto, non avendo pubblicità e non consentendo la registrazione.
In un post in inglese di qualche mese fa, avevo accennato alla necessità di sviluppare soluzioni a supporto della serendipity, uno degli asset fondamentali della Silicon Valley:
By its nature, serendipity means both being in the right place at the right time and holding yourself open to interaction.
Clubhouse ne è un primo esempio lampante. A breve la piattaforma verrà aperta al mondo ed aggiungeranno la possibilità di monetizzare tramite subscription e vendita di biglietti. Per questo si dice che abbiano raccolto un nuovo round. Attenzione che quando leggete che Andreessen Horowitz ha investito $10M prima e $100M poi, non significa che l’hanno fatto da soli. Ricordatevi che non si prende mai un solo grosso check:
We now have over 180 investors in Clubhouse—large and small, spanning many different races, genders, and areas of expertise, and including many members of our early community.
Funziona sempre così.
Nuovi Mercati
A mio parere la cosa più interessante del fenomeno Clubhouse risiede nel fatto che le conversazioni non possono essere registrate. Questo riduce le barriere che normalmente impediscono di mettersi in gioco. Ma non solo. Una conversazione video, ad esempio, richiede una predisposizione ben diversa. Sapere che gli interlocutori mi vedranno in faccia ed in alcuni casi osserveranno l’ambiente che mi circonda (come sono vestito, se sono pettinato o meno) implica preparazione e quindi stress. Non posso insomma improvvisare e chiacchierare in assoluta libertà, collegarmi e vedere di che si tratta, chiedere la parola e dire la mia senza essere giudicato dalle condizioni a contorno. Questa è la vera novità, ciò che rende per me interessante l’esperimento.
I mercati che potranno emergere a breve grazie alla nascita di piattaforme sociali come questa, sono tantissimi. Proviamo ad accennarne alcuni, ma datemi anche i vostri spunti:
AI e analisi delle emozioni
Immaginate una stanza online nella quale un gruppo di persone parla come in una chiacchierata al bar. Grazie all’AI (Artificial Intelligence), potremmo capire non solo gli argomenti che vengono trattati, ma anche il tono e umore della stanza (il mood, come si dice). Se sono in un momento in cui ho bisogno di qualcosa che mi sollevi il morale, entrare in una stanza con gente che si lamenta potrebbe non essere quello che cerco. Credo che non sia facile sviluppare una tecnologia di questo genere, non so neppure se sia possibile ad oggi, ma indubbiamente l’AI è la strada giusta. La grande innovazione sarebbe avere un’analisi real time di conversazioni man mano che queste avvengono. L’estemporaneità dell’evento audio non registrato, rende il tutto molto complesso e l’analisi delle emozioni potrebbe essere una vera rivoluzione.
Analytics and Search
Il mondo delle conversazioni vocali di gruppo e real-time apre nuovi ed interessanti orizzonti verso il settore degli strumenti di analytics. Ci saranno nuove necessità sia sul fronte della gestione, legati ad esempio al moderatore della stanza per comprendere come spostare il focus da uno speaker ad un altro, che lato consumer, per decidere in quale stanza entrare in base a metriche che non siano unicamante il numero di persone coinvolte. Altro tema fondamentale che afferisce quest’ambito è un’analisi in tempo reale degli argomenti che vengono trattati in ogni stanza. Anche la ricerca, a cui siamo tanto abituati, dovrà cambiare e trovare nuove forme che non siano solamente i tag che posso associare ad una room. Mi chiedo se esistono tecnologie che possano venirci in aiuto nel breve periodo, altrimenti le conversazioni audio real time rimarranno delle black box.
Mondo enterprise
In una delle conversazioni seguite qualche giorno fa su Clubhouse, mi è parsa particolarmente utile una considerazione fatta da Jason Calacanis in merito alla mancanza di un Clubhouse per il mondo enterprise. I grossi brand come NBA o le aziende private, non è affatto detto che abbiano interesse o convenienza ad entrare a far parte di una piattaforma pubblica come questa. Il real-time social audio potrebbe avere molto senso anche in versione white label o private community, dove chiunque può crearsi il suo Clubhouse. Alcuni di voi ricorderanno Yammer, nato come la versione lato business di Twitter. Quattro anni dopo la sua nascita vendette a Microsoft per $1.2B in cash. Sembra una cosa ovvia, ma ancora oggi non si vede nulla sul mercato che stia andando in questa direzione. Strano, non credete? Cominciano però ad emergere i primi test open source, come questo, segnalatomi da Emanuele Cesena.
Real-time voice conversations everywhere
Le comunicazioni remote, anche audio, potrebbero avere un nuovo aumento di interesse sia quest’anno, che nei prossimi, a causa del persistere della pandemia in forme diverse per un periodo più lungo del previsto. In questo senso molti hanno cominciato a sentire quella che viene chiamata la Zoom fatigue, ovvero lo stress generato dal passare giornate intere in una video call. L’audio potrebbe quindi diventare una forma meno stressante di interazione, sia per fini sociali, che per fini professionali. Mi aspetto che a breve ci siano diverse aziende che punteranno nel rendere semplice attivare comunicazioni audio-only di qualità e real-time. In fondo il social audio network di Clubhouse nasce proprio da questa spinta, come dicono su un loro blog post:
Our goal was to build a social experience that felt more human—where instead of posting, you could gather with other people and talk.
I canali di comunicazione audio real-time potrebbero spuntare come funghi ed essere aggiunti come plug-in a diverse app o website esistenti.
Bene, per oggi siamo arrivati alla fine di questo lungo post. Spero vi sia stato utile e che vi abbia fatto venire voglia di iniziare a scrivere codice, come si dice.
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