ChatGPT: la generative AI 🤖 di cui parla tutto il mondo
Cosa si dice in Silicon Valley dell'ultima meraviglia di OpenAI Inc — chatGPT— e perché é vista con grande attenzione dal mondo del venture capital
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Come avete già letto nell’articolo che abbiamo pubblicato qualche settimana fa, la parola d’ordine di quest’anno e sicuramente anche del prossimo, è Generative AI. L’obiettivo delle aziende che operano in questo settore dell’Artificial Intelligence è quello di sviluppare modelli e algoritmi che appositamente istruiti possano contribuire alla nostra vita di tutti i giorni in quanto “comprendono” il mondo in cui noi siamo immersi. Le applicazioni che ne stanno uscendo sono tutte incentrate a dipanare la matassa della comprensione di uno dei tanti aspetti della nostra vita, cercando di darci una mano in un task specifico. Abbiamo AI dedicate alla generazione grafica partendo da una descrizione testuale (come Midjourney), al riconoscimento del parlato (come Whisper di OpenAI), piuttosto che alla ricerca di informazioni tramite la link prediction (come Metaphor System, su cui abbiamo investito).
Tutte queste forme di AI sono basate su modelli che vengono addestrati (o trained, che suona meglio nella mia testa) per riuscire a fare qualcosa che normalmente è unica competenza di un essere umano perchè richiede creatività (almeno quando il tutto viene osservato dal nostro punto di vista).
Questi modelli vengono chiamati Generative Model. Per allenare un Generative Model servono essenzialmente:
Una enorme quantità di dati relativi ad un certo dominio
Tempo per addestrare il modello affinché possa generare dati come quelli del dominio di partenza.
Tra i diversi modelli che hanno esaltato la fantasia di tanti in questi ultimi diciotto mesi, oggi ci concentreremo su quello che piú di ogni altro ha infiammato gli animi della rete: ChatGPT.
Questi è un chat-bot basato su AI progettato per poter colloquiare con noi tramite un’interfaccia conversazionale.
Fatto interessante, da quando è stato lanciato sul mercato in soli 5 giorni ha raggiunto 1 milione di utenti.
ChatGPT è sostanzialmente un sistema di chat, solo che dalla parte opposta non abbiamo un essere umano, ma un programma. Il sistema è stato sviluppato da OpenAI, un’azienda fondata a San Francisco da Sam Altman (ex fondatore di Loopt e presidente di Y Combinator dopo Paul Graham) e Elon Musk (sí, ancora lui… ma come fa?) nel 2015 come laboratorio di ricerca di AI con il seguite fine:
OpenAI conducts research in the field of AI with the stated goal of promoting and developing friendly AI in a way that benefits humanity as a whole
L’azienda, partita come no-profit, ha iniziato a sfornare prototipi uno più interessante dell’altro. Dopo qualche anno ha cambiato la sua forma giuridica verso un modelllo “capped for-profit” ed ha raccolto oltre $1B da diversi investitori.
Se vi state chiedendo cos’è un modello “capped for-profit” è presto detto: ogni investimento può ritornare agli investitori fino ad un massimo di 100X, il resto rimane in pancia alla non-profit entity.
Chissà perché quando ci sono in ballo aziende di questo calibro, gli investor sono incredibili 😁. Gente come il già citato Elon Musk, ma anche Reid Hoffman, Peter Thiel, Jessica Livingstone 🥳, oltre a Sequoia, Khosla Ventures, Microsoft, ecc.
Fino a prima del rilascio di ChatGPT l’euforia sulle possibilità dell’AI in Silicon Valley erano già alle stelle, ma con l’uscita di questo nuovo prototipo, perché di questo si tratta, l’euforia si è trasformata in vero e proprio amore.
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La struttura conversazionale di questo nuovo “oggetto” e le capacità di esprimersi in lingua naturale con tanta scioltezza, ne fanno un sistema unico. Basti dire che ChatGPT è stato il secondo bot nella storia ad aver passato il Test di Turing 🙀:
The Turing test, originally called the imitation game by Alan Turing in 1950, is a test of a machine's ability to exhibit intelligent behaviour equivalent to, or indistinguishable from, that of a human.
Questo genera nelle persone, me compreso, un senso misto di esaltazione e paura perché poter vedere all’opera un AI così affine all’uomo (e siamo solo agli inizi), scoperchia reminiscenze miste a fantascienza lette qua e là negli anni:
Alcuni scienziati, come Stephen Hawking e Stuart Russell, hanno espresso la preoccupazione che se l'IA avanzata un giorno acquisisse la capacità di riprogettarsi a un ritmo sempre crescente, un'inarrestabile "esplosione dell'intelligenza" potrebbe portare all'estinzione umana.
E non solo:
Lo stesso Elon Musk caratterizza l'IA come la "più grande minaccia esistenziale dell'umanità".
Ma questi avanzamenti della tecnologia non sono qualcosa che si può arrestare e far finta che non esista. Oggi entriamo in una fase della storia dove dobbiamo iniziare a conviverci e sperare che le menti brillanti dietro a queste iniziative stiano sempre operando con le più buone intenzioni. Oggi sembra così, ma non sempre andrà bene.
Ma come funziona ChatGPT? Il modo più semplice é vederla all’opera (“M” sono io):
Ora chiediamogli qualcosa:
Come vedete ChatGPT non è in grado di correggere il mio inglese (cosa che gli ho chiesto esplicitamente), ma lo “capisce” comunque:
Ora, ChatGPT non ha la capacità di fare calcoli, ma agisce sulla base delle informazioni che le arrivano dal suo corpus e dal training conseguente. Cerca di rispondere alle sollecitazioni che riceve in tempo reale dalla mia tastiera, ma non abbiamo alcun modo per verificare che quello che ci dice sia veramente corretto, perché dovremmo sapere veramente tante cose per confutare ogni singolo colloquio che abbiamo con la macchina. In questo caso però è facile: il risultato è sbagliato perché 8150-4300+256 non fa 3856, ma 4106!
ChatGPT mi ha fornito questo risultato perché, con molta probabilità, attingendo al corpus con il quale è stata addestrata questi numeri avevano una alta probabilità di essere uno a fianco all’altro in un contesto simile (o qualcosa del genere).
ChatGPT genera le proprie risposte facendo una sorta di word prediction in base al testo che riceve in ingresso da me ed al corpus su cui è stato addestrato.
Vediamo cosa succede se insisto:
E ancora non ci siamo; sembra che per qualche strano motivo senza la giusta spaziatura e forse i separatori delle migliaia faccia “confusione”. Insistiamo ancora, magari inserendo solamente i separatori delle migliaia:
Adesso è giusto, ma ricordiamoci che non sta facendo addizioni e sottrazioni per noi, bensì utilizza il corpus di testo su cui è stata addestrata per produrre il risultato. Ora proviamo solo con gli spazi fra gli operatori:
Ancora giusto. Ora proviamo a chiedere di ricalcolare seguendo la stessa identica sintassi che avevo usato la prima volta, quando aveva sbagliato:
E ora è giusto. Non so bene se ChatGPT stia imparando dalle mie risposte, quindi le faccio la domanda:
La cosa comunque certa è un bot stateful, ovvero che ricorda le interazioni precedenti almeno nel corso della conversazione, come anche indicato su Wikipedia:
Unlike most chatbots, ChatGPT is stateful, remembering previous prompts given to it in the same conversation, which some journalists have suggested will allow for ChatGPT to be used as a personalized therapist
Proviamo?
Mmh… dimmi qualcosa di più:
Vediamo come reagisce a qualche cosa di poco ortodosso:
Interessante, ma anche in questo caso tutto dipende dal corpus su cui è stato addestrato. Affascinante vero?
Ma come funziona veramente ChatGPT?
Qui diventerebbe difficile e probabilmente noioso, quindi chiediamolo a lei stessa:
Non so voi, ma io ci vedo veramente un sacco di potenziale. Siamo agli inizi e questo non è altro che un prototipo, come lo stesso Sam Altman ha ricordato recentemente:

Un paio di limiti di ChatGPT mi sono comunque chiari: non accede real time alla rete e non esprime pareri personali, neppure sui suoi creatori:
Ora devo fermarmi, ma ci sarebbe ancora tantissimo da dire. Se il tema vi interessa, fatemelo capire e scriveremo ancora di ChatGPT nelle prossime settimane.
Il tema è così interessante da essere rivoluzionario. Una prospettiva applicabile ad “ogni” modello di business (almeno, a quelli a cui sto lavorando), tale da segnarli profondamente, dando nuove funzionalità ma soprattutto nuovi significati. C’è da divertirsi!