Sono CTO e co-founder di https://www.crono.one/, insieme ad altri 3 ragazzi. Ho trovato questo articolo molto interessante e mi sono ritrovato in molti punti.
Interessante percepire il duplice punto di vista di chi è stato un technical founder ma attualmente vede le situazioni lato investor. Capire come e cosa pensa un investor è uno dei nodi più importanti per un founder nella crescita della sua startup.
Ciao Massimo, ecco i punti in cui mi sono ritrovato di più:
- Nelle aziende (tradizionali) italiane il concetto di Technical Founder è molto più raro da trovare rispetto che in Silicon Valley. Diciamo che si sta cercando di invertire questa tendenza partendo dal basso, ormai da qualche anno, grazie alle startup.
- "A founder never sleep": quando i clienti dormono stai cercando di migliorare il prodotto, quando i clienti sono svegli stai cercando di verificare che tutto funzioni correttamente, oltre che sviluppando nuove funzionalità.
- "Move fast": lanciarsi il prima possibile sul mercato, con tutte le difficoltà di avere risorse limitate. Siamo in 4 co-founder e agli inizi ero l'unico tech nel team, quindi c'era molto da fare e poco tempo a disposizione, specialmente se si voleva muoversi in fretta. In compenso nelle esperienze precedenti dove eravamo più developers e pochi (o addirittura zero) sul lato business/marketing non abbiamo avuto la capacità e le forze per andare sul mercato. Bisogna quindi sempre avere un bilanciamento tra le due tipologie di risorse.
- La dicotomia tra realizzare un software/architettura ben strutturato/a e la necessità di muoversi velocemente che, se ben gestita, ti porta necessariamente a trovare degli hack in grado di farti svoltare. Ci sono ancora un sacco di cose che dobbiamo automatizzare e piano piano, con l'aggiunta di nuove risorse nel team lo stiamo facendo, ma all'inizio è necessario "Do things that don't scale".
- Un'altra cosa che mi ha fatto riflettere è la complessità nel concetto di realizzazione di un MVP: certi software (o piattaforme) per loro natura, funzionano grazie ad un'insieme di funzionalità. In certi casi è quindi molto difficile realizzare realmente un MVP per validare la propria idea senza fare tanto sviluppo e trovare il giusto equilibrio è la chiave di svolta. Su questo aspetto ci sarebbe comunque tanto da dire, la cosa più importante a mio avviso è adottare il giusto metodo (Lean) al fine di sviluppare il giusto e poterlo testare rapidamente sui clienti per iterare più velocemente possibile verso il giusto Product-Market Fit.
> Nelle aziende (tradizionali) italiane il concetto di Technical Founder è molto più raro da trovare rispetto che in Silicon Valley.
Vero, ma non troppo. Se torniamo indietro di una generazione abbiamo chiari esempi di aziende di famiglia create dal nonno dove egli stesso era il technical founder. Le dinamiche erano molto diverse—manifattura vs prodotti intangibili—ma quasi tutti hanno iniziato nell'officina sotto casa, costruendo.
Nella mia esperienza gli ingegneri del software che escono dai politecnici italiani sono in tanti casi ottimi technical founder. Nel nostro mondo—quello delle startup—non è possibile dissociare molto il builder dal business guy. Non esistono persone in grado di vendere un prodotto molto tecnico se loro stessi non sono degli ottimi hacker e questi ultimi—gli hacker appunto—sono proprio quelli che oggi hanno l'opportunità di fare qualcosa di grande e durevole direttamente dall'Italia. Sto leggendo tante cose in questo periodo i questa direzione e forse a breve condividerò qualcosa. Leggetevi questo articolo https://siliconvalleydojo.substack.com/p/da-mashape-a-kong-la-storia-di-come/ e guardate questo video di Marco Palladino https://siliconvalleydojo.substack.com/p/una-splendida-chiacchierata-con-marco/ sono due ottimi punti di partenza.
Volevo condividere un'idea, ma non avendo i requisiti anagrafici per applicare la scrivo qui, magari qualche giovane technical founder la può sviluppare, se si appassiona.
L'idea è quella di rendere projectdecember.net molto più sofisticato e realistico.
Projectdecember.net (per chi non lo conosce, provare, sviluppato da Jason Roher) è un chatbot capace di simulare una conversazione con una persona cara defunta: al momento un prototipo basic, ma ha già una buona traction.
L'evoluzione che ho progettato è molto più costosa da un punto di vista di customizzazione, va costruita mentre la persona è ancora in vita e permette di simulare memorie, opinioni, modo di parlare e quindi raggiunge livelli profondamente emozionali e terapeutici.
Prezzo al final customer per avere il proprio dead-bot: USD 30,000
C’è anche un grande tema di costo-opportunità. Vale per qualsiasi Founder, ma per i tecnici assume caratteristiche fondamentali. Chi ha uno spirito di imprenditorialità lo affronta anche con valori negativi, specie se <30. Esiste un acceleratore specifico per gli over 40 con famiglia? 😉
Non che io sappia. Ma tutti gli acceleratori che conosco non pongono alcun limite all'età del founder. Spesso, quando noi cerchiamo di circoscrivere a persone molto giovani è unicamente perché a nostro parere questo massimizza la possibilità di farcela, specialmente quando si parte dall'Italia. Nulla impedisce di lanciarsi in qualcosa di ambizioso a 50 anni—io lo faccio di continuo.
Sono CTO e co-founder di https://www.crono.one/, insieme ad altri 3 ragazzi. Ho trovato questo articolo molto interessante e mi sono ritrovato in molti punti.
Interessante percepire il duplice punto di vista di chi è stato un technical founder ma attualmente vede le situazioni lato investor. Capire come e cosa pensa un investor è uno dei nodi più importanti per un founder nella crescita della sua startup.
Quali sono le situazioni in cui ti sei ritrovato? Sarebbe interessante se tu potessi condividere qualche esempio.
Ciao Massimo, ecco i punti in cui mi sono ritrovato di più:
- Nelle aziende (tradizionali) italiane il concetto di Technical Founder è molto più raro da trovare rispetto che in Silicon Valley. Diciamo che si sta cercando di invertire questa tendenza partendo dal basso, ormai da qualche anno, grazie alle startup.
- "A founder never sleep": quando i clienti dormono stai cercando di migliorare il prodotto, quando i clienti sono svegli stai cercando di verificare che tutto funzioni correttamente, oltre che sviluppando nuove funzionalità.
- "Move fast": lanciarsi il prima possibile sul mercato, con tutte le difficoltà di avere risorse limitate. Siamo in 4 co-founder e agli inizi ero l'unico tech nel team, quindi c'era molto da fare e poco tempo a disposizione, specialmente se si voleva muoversi in fretta. In compenso nelle esperienze precedenti dove eravamo più developers e pochi (o addirittura zero) sul lato business/marketing non abbiamo avuto la capacità e le forze per andare sul mercato. Bisogna quindi sempre avere un bilanciamento tra le due tipologie di risorse.
- La dicotomia tra realizzare un software/architettura ben strutturato/a e la necessità di muoversi velocemente che, se ben gestita, ti porta necessariamente a trovare degli hack in grado di farti svoltare. Ci sono ancora un sacco di cose che dobbiamo automatizzare e piano piano, con l'aggiunta di nuove risorse nel team lo stiamo facendo, ma all'inizio è necessario "Do things that don't scale".
- Un'altra cosa che mi ha fatto riflettere è la complessità nel concetto di realizzazione di un MVP: certi software (o piattaforme) per loro natura, funzionano grazie ad un'insieme di funzionalità. In certi casi è quindi molto difficile realizzare realmente un MVP per validare la propria idea senza fare tanto sviluppo e trovare il giusto equilibrio è la chiave di svolta. Su questo aspetto ci sarebbe comunque tanto da dire, la cosa più importante a mio avviso è adottare il giusto metodo (Lean) al fine di sviluppare il giusto e poterlo testare rapidamente sui clienti per iterare più velocemente possibile verso il giusto Product-Market Fit.
> Nelle aziende (tradizionali) italiane il concetto di Technical Founder è molto più raro da trovare rispetto che in Silicon Valley.
Vero, ma non troppo. Se torniamo indietro di una generazione abbiamo chiari esempi di aziende di famiglia create dal nonno dove egli stesso era il technical founder. Le dinamiche erano molto diverse—manifattura vs prodotti intangibili—ma quasi tutti hanno iniziato nell'officina sotto casa, costruendo.
Nella mia esperienza gli ingegneri del software che escono dai politecnici italiani sono in tanti casi ottimi technical founder. Nel nostro mondo—quello delle startup—non è possibile dissociare molto il builder dal business guy. Non esistono persone in grado di vendere un prodotto molto tecnico se loro stessi non sono degli ottimi hacker e questi ultimi—gli hacker appunto—sono proprio quelli che oggi hanno l'opportunità di fare qualcosa di grande e durevole direttamente dall'Italia. Sto leggendo tante cose in questo periodo i questa direzione e forse a breve condividerò qualcosa. Leggetevi questo articolo https://siliconvalleydojo.substack.com/p/da-mashape-a-kong-la-storia-di-come/ e guardate questo video di Marco Palladino https://siliconvalleydojo.substack.com/p/una-splendida-chiacchierata-con-marco/ sono due ottimi punti di partenza.
Volevo condividere un'idea, ma non avendo i requisiti anagrafici per applicare la scrivo qui, magari qualche giovane technical founder la può sviluppare, se si appassiona.
L'idea è quella di rendere projectdecember.net molto più sofisticato e realistico.
Projectdecember.net (per chi non lo conosce, provare, sviluppato da Jason Roher) è un chatbot capace di simulare una conversazione con una persona cara defunta: al momento un prototipo basic, ma ha già una buona traction.
L'evoluzione che ho progettato è molto più costosa da un punto di vista di customizzazione, va costruita mentre la persona è ancora in vita e permette di simulare memorie, opinioni, modo di parlare e quindi raggiunge livelli profondamente emozionali e terapeutici.
Prezzo al final customer per avere il proprio dead-bot: USD 30,000
C’è anche un grande tema di costo-opportunità. Vale per qualsiasi Founder, ma per i tecnici assume caratteristiche fondamentali. Chi ha uno spirito di imprenditorialità lo affronta anche con valori negativi, specie se <30. Esiste un acceleratore specifico per gli over 40 con famiglia? 😉
Non che io sappia. Ma tutti gli acceleratori che conosco non pongono alcun limite all'età del founder. Spesso, quando noi cerchiamo di circoscrivere a persone molto giovani è unicamente perché a nostro parere questo massimizza la possibilità di farcela, specialmente quando si parte dall'Italia. Nulla impedisce di lanciarsi in qualcosa di ambizioso a 50 anni—io lo faccio di continuo.