Seed Revolution? Cosa cambia in Silicon Valley per VC e founder.
Il mondo del venture capital ha le proprie regole, ma come ogni azienda in Silicon Valley tende a cambiare rapidamente a fronte di sollecitazioni — opportunità? — all'orizzonte.
Poche righe di intro per dirvi che abbiamo caricato su Spotify, su Apple Podcast e su Spreaker tutte le interviste fatte nel 2021 che sono diventate il “Silicon Valley Dojo Podcast - Stagione 1”, così potete ascoltarle comodamente dalle vostre app. Sono in tutto 8 episodi, inclusa l’intervista di lunedì scorso con Armando Biondi.
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Vi spieghiamo Silicon Valley passo dopo passo in italiano sperando che presto molti di voi prendano il volo.
Il mondo delle startup cambia in continuazione, ma quello del venture capital solitamente è piuttosto stabile — o almeno lo è stato per decenni. Quando con Lombardstreet Ventures nel 2017 siamo entrati in questo mercato lo abbiamo fatto approfittando anche grazie all’emergere del Pre-Seed — nome terribile — come stage quasi canonico nel percorso di raccolta di una startup. Si raccoglieva a $2M o $3M di valutazione post-money per poi passare a $6M o $10M nella fase Seed successiva.
In questi anni molto è cambiato: i micro-VC sono diventati molto di moda e la competizione in Pre-Seed e Seed si è fatta agguerrita. Con l’arrivo del 2021, però, abbiamo iniziato ad osservare dei cambiamenti ancora più consistenti, più simili a dei veri e propri “quantum leap” nel mondo dei professional investor.
I big del venture cambiano faccia
In breve, le novità che maggiormente hanno “scosso” in lungo ed in largo il panorama sono state le seguenti:
Sono nati fondi specializzati sempre più grandi per il mondo delle crypto e questo ha determinato anche la trasformazione di alcuni attori primari del mercato da società di venture capital a Registered Investment Adviser o RIA. In questo modo chi investe ha maggior liberà di azione in settori come quello delle crypto currency e minor esposizione alla SEC — l’organo di controllo americano dei mercati finanziari — in termini di divulgazione dei dati.
Mega fondi — come Tiger Global o Coatue — hanno iniziato ad essere fortemente esposti come lead in diversi mega round — quelli sopra i $100M — ed, allo stesso tempo, hanno spinto l’acceleratore su velocità ed agilità nella chiusura dei deal. Oggi è possibile chiudere una raccolta da $800M senza che il lead investor pretenda di avere un board seat — un posto nel CDA, sostanzialmente.
Si dice che Tiger Global arrivi al meeting con la startup già con un term sheet in mano per investire in pochi minuti— ascoltatevi l’ultimo podcast di The Economist, Money Talks: Veni, Vidi, VC. Non condivido molte delle cose che vengono dette, ma contiene tante informazioni interessanti sull’approccio di Tiger e come questi stia letteralmente disrupting — I hate this world, but… — the VC business.
Impensabile vero? Lo è. Soprattuto se pensiamo che in Europa si sta ancora chiedendo un posto nel board quando si raccolgono $4M o $5M — a volte tristemente anche meno.Sequoia, una dei VC storici di Silicon Valley, ha annunciato recentemente la creazione di The Sequoia Fund, “an open-ended liquid portfolio made up of public positions in a selection of our enduring companies”. In sostanza in questo modo i loro fondi non hanno più la mannaia dei 10 anni prima di dover ritornare il capitale agli investitori — gli LP o Limited Partners
“Ironically, innovations in venture capital haven’t kept pace with the companies we serve. Our industry is still beholden to a rigid 10-year fund cycle pioneered in the 1970s.”
Esatto: 1970! Questo cambiamento in un mercato che da 50 anni si muoveva secondo regole valide per tutto trae anche origine dal fatto che moltissime delle aziende high-tech che raggiungono l’IPO continuano a crescere a ritmi impressionanti anche negli anni seguenti:
“Square, for instance, which we [Sequoia] partnered with early in 2011 and where I [Roelof Botha, Sequoia Partner] remain on the board of directors, had a market capitalization of $2.9B at the IPO in 2015. Five years later Square grew to $86B, and today is worth over $117B.”
Il Sequoia Fund raccoglie capitali dal mercato ed alloca fondi a sotto fondi che investono nelle diverse fasi dell’azienda fino all’IPO. I profitti di questi investimenti tornano poi al Sequoia Fund in un ciclo infinito. In questo modo non solo possono tenere a portfolio private company, ma anche public company dopo che queste sono andate in borsa per massimizzare i ritorni sul lungo periodo per i loro LP. Si stanno trasformando in RIA — come Andreessen Horowitz prima di loro. Per chi volesse leggersi l’intero articolo sl loro blog, lo trovate qui. Una cosa che ancora non mi è chiara è come gli LP abbiano accesso ai ritorni visto che i liquidity event tornano in pancia al Sequoia Fund, ma penso che lo chiariranno in fretta.
L’innovazione passa dall’abbattimento dello status quo
Probabilmente pochi al di fuori dei grandi hub americani — San Francisco e New York — hanno capito cosa sta avvenendo oggi: è in atto una vera e propria trasformazione per abbattere le barriere nell’accesso al capitale — per chi ha i numeri per riceverne, ovviamente. Non significa che raccogliere un round sia facile, anzi, ma che gli investor che vogliono chiudere un deal prima di altri agiscono per abbattere i cosiddetti “blocker” per i founder.
Tutto ciò che diventa un impedimento alla chiusura dell’investimento, che può accorciare i tempi e farti preferire — come VC — rispetto alla concorrenza, diventa un plus.
L’ultimo report di PitchBook sulle VC Valuations uscito nel Q3 di quest’anno rincara la dose mostrando come la stessa frenesia del Late Stage investment — dove si concentrano i mega round — oggi la troviamo nel nel Seed Stage.
Il Seed Stage è solo una porzione dell’early stage, tipicamente tutto il capitale che viene raccolto prima che l’azienda raggiunga Product-Market Fit — PMF — e dei fatturati da qualche milione di dollari. Ma già in questa fase i big player si sono strutturati — alcuni da diversi anni — per disporre di fondi dedicati da centinaia di milioni, come Andreessen Horowitz con $400M, Greylock con $500M, Khosla con $400M e Sequoia Capital con $195M, all’inizio dell’anno. Questi non sono chiaramente fondi che metteranno $150,000 in ogni azienda, ma almeno qualche milione.
Curiosità: i Mango Seed round 🥭
Avete mai sentito questo termine (Mango Seed Round)? Indica Seed round di grandi dimensioni (già da qualche anno come vedete):
Oggi, i Mango Seed round sono più in voga che mai visti anche i fondi dedicati al Seed capital da centinaia di milioni l’uno.
Il mondo del VC ha capito ormai che serve molta più iniezione di capitale nella fase seed per costruire un funnel di investimenti che produca dei decacorn 🦄🦄. I dati di mercato di Crunchbase parlano chiaro:
Ma questo capitale che si riversa abbondante nelle startup in fase Seed produce valore?
Sembra proprio di sì, almeno secondo i dati del report di PitchBook:
Velocity of Value Creation (VVC—the annual increase in valuation between rounds, measured in dollars) and Relative Velocity of Value Creation (RVVC— the annualized percent increase in valuation between rounds) for seed deals have moved higher to $3.5 million and 62%, respectively.
In sostanza con il termine VVC si indica il valore generato (in milioni di dollari) per giorno tra una valutazione e l’altra.
Ci da quindi un senso dell’aumento frenetico delle valutazioni tra i round ed anche della distanza tra un round e l’altro. Ma è sicuramente anche un segnale dell’aumento della competitività nel settore Seed per l’accesso a deal di qualità anche a causa del sempre maggior capitale investito da parte di investitori non tradizionali. Per darvi un’idea di quanti investitori ci sono che cercano di accedere al deal giusto, nel solo Q3 negli Stati Uniti sono stati creati 240 nuovi fondi sotto i $100M — i cosiddetti Micro-VC.
Nel prossimo anno mi attendo che la fase Seed si vada ulteriormente frazionando perché non credo che sia sostenibile che una startup in Pre-Seed raccolga tra i $6M e $8M post-money di valutazione a meno che realtà come YC non creino dei batch appositi per questo stage. Ma è anche possibile che l’iniezione di capitale a cui stiamo assistendo non si fermi e che il private market, capitanato dai VC, sia il driver del prossimo decennio.
Attenzione però: la crescita delle valutazioni rimarrà sostenibile solamente se ci sarà un adeguarsi delle aspettative dei VC e risultati dei founder ai round successivi, il che è in parte quello che sta avvenendo. Oggi si può raccogliere un Round A anche con meno di un milione di dollari di ricavi, ma una crescita relativa eccezionale. A volte anche senza ricavi. Ma di questo parleremo in un altro articolo.
Più capitale nelle fasi iniziali permette alle startup che crescono di aumentare la velocità di crescita, di fare maggiori esperimenti e dimostrare le abilità del team. Ma anche in questo caso si raggiunge un tetto oltre il quale il rischio di down round diventa molto forte specialmente quando il valore delle aziende ai Seed round si avvicina ai $100M — sì, avete letto bene, sta accadendo anche questo 🤷🏻♂️... questi sono mega mango seed round 😁.
Per chi di voi fosse interessato a questo particolare tema Fred Wilson — un famoso venture capitalist di New York — ne ha parlato in un post recente.
Se volete i miei 2 cents:
“state attenti alla valutazione a cui raccogliete, sentitela calzare anche in funzione di ciò che ci si aspetta da voi alla raccolta successiva. Don’t be too greedy, but don’t even too humble”.
Io in Bay Area terrei il Pre-Seed a $4-5M e il Seed a $8-12M, soprattutto se arrivate da fuori. La tendenza è però più alta 🤯 con i Pre-Seed che cominciano a partire dai $6M post 🙀… già!
Ci sono poi la pletora delle startup che, nonostante il capitale abbondante, non cresceranno a sufficienza; in questi casi è bene ricordarsi che si deve essere sempre capital efficient — ogni dollaro conta —, anche con milioni in banca.
E ricordate un altro fatto: queste dinamiche, speriamo temporanee, che stanno spingendo le valutazioni troppo in alto possono funzionare in Silicon Valley, forse NY, ma difficilmente in altri ecosistemi. E questo è un ulteriore motivo per avvicinarsi ora alla Bay Area per imparare velocemente e valutare se la propria startup possa cogliere delle buone opportunità in un ambiente più dinamico e più demanding allo stesso tempo.
E sul fronte VC? Come cambieranno le strategie di investimento nei prossimi anni?
Forse quello che succederà potrebbe essere in linea con quanto Jason Lemkin di SaaStr ha twittato qualche giorno fa:
Molti si chiedono: serve ancora essere molto selettivi nell’investimento? Tiger Global sembra mettere capitale in ogni credible deal capiti loro sotto mano e molti sostengono che è facile che abbiano risultati buoni con questa strategia. Dal canto nostro rimaniamo convinti che la strategia spray and pray non paghi in questo mondo se non su una base numerica molto alta di investimenti. Questo però abbassa i ritorni per gli LP portandoli vicino al mondo del private equity. Non esistono modi facili per scalare il mercato VC mantenendo ritorni elevati, ecco perché capita spesso che le piccole società di venture capital abbiano ritorni più interessanti dei grandi colossi del settore.
Chiuderei qui questo articolo chiedendovi di commentare per darci spunti, farci domande e aiutarci a capire cosa vi interessa approfondire.
Vista l'importanza di avere una parte del team nella Bay Area, anzi magari già lì da 6-7 anni, io mi chiedo: non sarebbe una buona strategia per una startup italiana cercare di prendere nel team, col ruolo di fundraiser e business development, qualcuno in loco, italiano o americano? E come procederesti? Sarebbe bello se voi poteste supportare questo tipo di matchmaking.
sempre molto interessante leggere Dojo il lunedi mattina!
spunto sul Sequoia Fund: gli LP potrebbero avere dei ritorni tramite degli "interessi" pagati a loro, sapendo che il capitale gli tornerà poi dopo ben oltre 10 anni.
io sono un giovane italiano e leggendovi percepisco la differenza tra quello che c'è qui in Europa e quello che c'è in US (i numeri sono talmente distanti che c'è un mare in mezzo, vedi i 240 fondi solo nel Q3 sotto i 100m$ creati in US, inarrivabili). forse interessante però comunque comparare la situazione con l'Europa, per far capire proprio a tutti-tutti che le opportunità in Silicon Valley sono molte molte di più