12 Commenti
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Avatar di Francesco Giartosio

Vista l'importanza di avere una parte del team nella Bay Area, anzi magari già lì da 6-7 anni, io mi chiedo: non sarebbe una buona strategia per una startup italiana cercare di prendere nel team, col ruolo di fundraiser e business development, qualcuno in loco, italiano o americano? E come procederesti? Sarebbe bello se voi poteste supportare questo tipo di matchmaking.

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Avatar di Massimo Sgrelli

Nell'esperienza della zona quanto tu suggerisci non funziona 😉. Vai a rileggerti l'articolo del Dojo nel quale parliamo di Modello Israeliano: loro hanno provato, ma hanno capito quanto sia fondamentale che il CEO (italiano, nel nostro caso) si trasferisca ed inizi a vendere il prodotto in modo diretto. Anche nella nostra esperienza è così: in linea di massima io direi che almeno il primo milione di dollari americano deve portarlo a casa il CEO, dalla Bay Area — prim a i assumere sales locali. Esistono però sempre più servizi (uno dei quali di YC) per trovare un co-founder. Quella è una cosa diversa, ma molto dispendiosa in termini di equity che si lascia sul piatto.

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Avatar di Francesco Giartosio

Sì mi sono spiegato male, io intendevo proprio la versione dispendiosa, un cofounder a tutti gli effetti col ruolo di fundraiser e business development, che non è poco. Mi sono iscritto al servizio di YC con questo obiettivo.

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Avatar di Massimo Sgrelli

Allora va meglio, ma deve essere anche CEO, perché il fundraising lo deve fare il CEO 😁

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Avatar di Francesco Giartosio

Sì capisco la logica, gli investitori vogliono parlare col capo. Ma allora stiamo dicendo che se un team (dovunque locato, anche in SV) è composto da un fouder business e uno o più founders tecnici, il CEO deve sempre essere il founder business (o che un founder tecnico deve mollare la progettazione e dedicarsi al business, che è la stessa cosa)?

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Avatar di Massimo Sgrelli

In sostanza sì. Il fundraising è il compito del CEO, lo farà per almeno 10-15 anni. Non è delegabile, almeno per noi. Quando il pitch ci viene presentato altri, per noi è un red flag.

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Avatar di Francesco Giartosio

Beh per me avere un cofounder californiano come CEO non sarebbe inaccettabile: se trova i soldi e gli accordi di partnership con realtà importanti la sua equity se l'è meritata, ed è un lavoro a tempo pieno. Ci vorrebbe un accordo per cui se non fa nulla o non è capace lo si può mandare via, d'altronde questo è vero in ogni caso. Dal solo curriculum non so quanto si possa capire. Avete dei nomi da raccomandare (che naturalmente poi selezioneranno i progetti che li convincono)? ;-)

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Avatar di Pietro Galimberti

sempre molto interessante leggere Dojo il lunedi mattina!

spunto sul Sequoia Fund: gli LP potrebbero avere dei ritorni tramite degli "interessi" pagati a loro, sapendo che il capitale gli tornerà poi dopo ben oltre 10 anni.

io sono un giovane italiano e leggendovi percepisco la differenza tra quello che c'è qui in Europa e quello che c'è in US (i numeri sono talmente distanti che c'è un mare in mezzo, vedi i 240 fondi solo nel Q3 sotto i 100m$ creati in US, inarrivabili). forse interessante però comunque comparare la situazione con l'Europa, per far capire proprio a tutti-tutti che le opportunità in Silicon Valley sono molte molte di più

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Avatar di Massimo Sgrelli

Ciao Pietro, ti ringrazio. Anche l'Europa è salita molto quest'anno, ma la differenza non sta tanto nella quantità, quanto piuttosto nell'aver compreso come le cose si devono muovere velocemente in questo mercato e che quindi bisogna cambiare. Storicamente il Vecchio Continente si muove con cautela in qualsiasi direzione ed il mondo del VC non è diverso da ogni altro. Le opportunità ci sono sia in Europa che negli USA; per l'Europa direi soprattutto Londra e Berlino — con enormi differenze a favore della prima. Anche i paesi del nord si stanno muovendo bene. Questo, d'altro canto, è un business nel quale la scelta del luogo può avere enormi impatti sulla crescita dei primi anni di vita — nonostante quanto si legga sull'Economist recentemente. Il Web 3, blockchain e crypto potrebbero avere una valenza sullo sviluppo di dinamiche decentralizzate nell'accesso al capitale dei prossimi anni. Ma è ancora presto e comunque io rimango del parere che i rapporti "face-to-face" che si riusciranno ad instaurare saranno anche nel futuro un forte vantaggio competitivo. Silicon Valley è il luogo migliore nel quale far fruttare questo aspetto. Noi lo constatiamo giorno per giorno mettendo a confronto i pitch che ascoltiamo: le persone che vivono nella Bay Area da almeno 6-7 anni hanno un quid in più, si muovono meglio e raccolgono con maggior facilità. Questo vale anche per gli immigrati, anzi forse soprattutto per questi ultimi 😉.

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Avatar di Pietro Galimberti

Grazie mille per il feedback! Spunti molto interessanti anche in questo tuo commento! Spero ora, e vedo in parte, che in Europa si sta accelerando nei movimenti ma ovviamente siamo solo all'inizio (in US c'è una storia dietro i VC che li ha portati ad una velocità inarrivabile per l'Europa, perchè credo che ci sia anche un gap culturale da colmare). E sopratutto questo gap culturale lo abbiamo in Italia, dove potenzialmente abbiamo un sacco di capitali ma molta pochissima velocità nel muoverli. Sicuramente la pandemia ha contribuito al remote working e questo anche lato startup investimenti (voi lo dimostrate e raccontate in primis su investimenti da remoto) ma credo fortemente che l'essere fisicamente in un posto è una marcia in più che da valore, spinta, motivazione, connessioni.

Ottimo spunto su web3 blockchain (dove Europa sembra anche in ottima posizione) e crypto. Secondo il mio modesto parere comunque i rapporti face-to-face saranno sempre e comunque molto impattanti, sopratutto in fasi seed / pre-seed dove si investe molto anche nelle persone.

Strizzo l'occhio all'ultima frase: per chi ama le startup, la Bay Area è e deve essere un obiettivo

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Avatar di Antonio Garbaccio

Grazie Massimo, come sempre articolo davvero interessante, così come i link suggeriti! Quello che mi ha colpito molto negli ultimi mesi sono stati i nuovi fondi seed, enormi a mio modesto parere, dei vari Greylock ecc che puntano a queste fasi iniziali, oltre all'altro mio grande cruccio, cioè quanto in realtà siano poche persone a gestire fondi di dimensioni considerevoli.

Grazie ancora e buon lavoro!

AG

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Avatar di Massimo Sgrelli

C'è stata un'escalation negli ultimi anni. Chi aveva fondi da centinaia di milioni ha iniziato a raccogliere miliardi. Ma sono anche nati migliaia di nuovi micro VC, quindi molti piccoli. Le persone si sono accorte come il private market sia potenzialmente una delle strade migliori per portare a casa interessi consistenti. Il rischio si alza ovviamente. Gli USA come sempre cercano via per far scalare qualsiasi cosa e i grandi brand sono molto attraenti per i grandi investitori — come i fondi pensione. Ma i piccoli fondi è facile che performino meglio. In ogni caso mi attendo che molti altri big name nel mondo del venture americano raccolgano grandi fondi nel prossimi 12 mesi. Tutti ormai hanno un'ottica multistage — investimento dal seed alla pre IPO — e i risultati dell'ingresso in borsa delle tech company degli ultimi 2 anni hanno prodotto un sacco di liquidità.

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