Web3: di cosa stiamo parlando, cos'è quest'hype e perché è fondamentale interessarsene
C'è una cosa che vi riguarda da vicino, ma a cui probabilmente non avete dedicato l'attenzione sufficiente.
È finalmente arrivato il momento di capire cos'è sto Web3 che avete letto ogni tanto qua e là, senza però andare troppo in profondità.
Prometto che questo è un articolo scritto anche per il meno tecnico di voi: lo scopo è spiegare in maniera super semplice questo cambiamento epocale.
(Sì, lo sappiamo che non vi aspettavate un mattone così di prima mattina di lunedì, ma mettiamola così: se partite leggendo questo articolo la settimana è in discesa!)
Qui in Silicon Valley, e in particolare nel nostro settore (e su Twitter), non si parla d'altro, e effettivamente gli investimenti e i fondi che si occupano del tema stanno crescendo a ritmo serrato.
Siamo nel pieno di un trend (cambiamento?) enorme, con la sensazione di avere tra le mani qualcosa di epocale.
Vediamo di cosa si tratta.
Web3: crypto, blockchain, DeFi, NFT, DAO
Se avete sentito parlare di crypto, di blockchain, di DeFi, di NFT, di DAO - anche non di tutte queste cose insieme - allora avete già bagnato un piedino in questa grande rivoluzione che è il Web3.
In questo articolo non vi racconterò il web3 dal punto di vista tecnico: vorrei raccontarvi il perché del Web3, qual è la vision che ci sta dietro, e come in senso pratico cambierà (e sta cambiando) il web come lo conosciamo.
Cosa c'era prima: Web 1.0 e Web 2.0
Web 1.0: la prima iterazione del web, dal 1991 fino ai primi anni del 2000.
Il web era composto prevalentemente da testi e immagini, i contenuti venivano creati principalmente dai developer (o comunque da persone con competenze tecniche) e la grande maggioranza dei "naviganti" (mi piace un sacco questa parola ma mi sa che è una mega boomerata) erano consumatori passivi di contenuti. Poca interattività, file statici, no database.
Web 2.0: è il web da inizio anni 2000 ad oggi, quello che conosciamo tutti, il Web2.
Entrano in gioco i social, l'interattività, i contenuti animati e complessi, il passaggio del web da esperienza passiva ad attiva, dove l'utente è anche creator (e non serve più essere dei tecnici per contribuire alla creazione del web).
È il web dei blog, di Instagram, di YouTube.
Limiti del Web2:
Monetizzazione: tutti questi bellissimi tool sono dei prodotti, e se sono gratis, come già avrete sentito, il prodotto siete voi (e i vostri dati). Nel web2 da una parte c'è qualcuno che deve monetizzare, dall'altra qualcuno che deve pagare.
Sicurezza e privacy: va da sé che se i vostri dati sono il prodotto in vendita, rimane un margine sempre più risicato per sicurezza e privacy. E il controllo di questi dati non è in mano agli utenti, ma in mano alle aziende che li hanno acquisiti, di cui gli utenti fondamentalmente si devono fidare.
Si fa spazio un nuovo modello: il Web3
Il web3 nasce per superare i limiti del web2 (sia la dicotomia owner/user, sia la maggiore attenzione per sicurezza e privacy).
Le parole chiave del web3 sono ownership e decentralizzazione.
Il web3 è più sicuro, distribuito, auto-governato. È un cambiamento di paradigma: si passa da un mondo nel quale esiste una distinzione netta tra proprietario — owner — e utilizzatore — user —, ad un mondo nel quale gli user diventano anche contemporaneamente owner di ciò che producono.
C’è universalità e trasportabilità: l’utente ha una presenza unica sul web - i propri asset, i token, la propria identità, sono unici e vengono riconosciuti ovunque nel web3, senza dover creare un’identità o un profilo nuovo su ogni piattaforma.
Vediamo nel dettaglio alcuni cambiamenti pratici:
Le applicazioni del web3 sono basate su blockchain (o comunque su reti di server decentralizzati) invece che su un singolo server gestito da un singolo soggetto che detiene i dati in un singolo database. Tutto viene "spezzettato" e distribuito in modo da non rimanere in mano a un solo soggetto, ma da dare la responsabilità dei "pezzi del puzzle" a tanti soggetti diversi in modo che nessuno ne sia l'owner totale, ma nello stesso tempo lo siano tutti.
Dal punto di vista finanziario, chiunque partecipi alla buona gestione o creazione di un progetto decentralizzato, viene ripagato tramite token, singole unità di cryptocurrency (che sono fondamentalmente valute digitali gestite nello stesso modo descritto sopra, tramite protocolli decentralizzati, sicuri, spargendo i pezzettini del puzzle invece che lasciandoli tutti in mano a una banca unica - spiegato malissimo, ma non voglio entrare nel dettaglio tecnico, voglio solo farvi capire il mindset generale di questo web3). L'intermediario classico (sia finanziario, come una banca, sia tecnico, come AWS) viene superato, e chi consuma paga in token, chi produce viene pagato in token, chi partecipa viene premiato in token, in un processo che è sempre peer-to-peer — da persona a persona.
Non ci sono intermediari - né tecnici (come i grandi operatori di server tipo AWS o Google Cloud), né finanziari (come banche, Stripe, PayPal). I pagamenti crypto, per esempio, sono parte integrante della struttura e del senso stesso del web3, permettendo pagamenti sicuri, privati, internazionali, frictionless. Il tutto abilitato dalla community stessa che viene usata come tante piccole casseforti/server/nodi sparsi per il mondo.
La proprietà cambia, e segue le stesse logiche che abbiamo visto fino a qui. Gli NFT (non-fungible token), di cui si parla tanto, sono basati sullo stesso concetto delle cryptocurrency (e sulla stessa tecnologia blockchain), ma invece di rappresentare la proprietà di un "soldino" rappresentano la proprietà di un "oggetto digitale" o "item" (che può essere un'immagine, un video, una canzone).
L’identità - o il modo di gestire la propria identità - cambia. L’identità, collegata al proprio portafoglio crypto (wallet), è unica su tutto il web. Non c’è più un login diverso per ogni sito, ma ovunque tu vada porti con te la tua identità univoca (e i tuoi asset, e i tuoi token). E tutto viene riconosciuto ovunque. L’utente ha l’ownership della sua identità e delle sue proprietà — conservate nel suo wallet — e con quelle si approccia alle piattaforme.
Le aziende basate sul web cambiano, e cambia il loro modo di finanziarsi e di dividere la proprietà. Oggi chi vuole fare un'azienda di software inizia con il 100% dell'ownership, ne da via una percentuale a un VC a fronte di un investimento, e alla fine la proprietà viene divisa tra team+investitori. Il ritorno di investimento si ha con vendita o IPO. Nel Web3 quando un'azienda web nasce può rilasciare un tot di token (al posto delle equity) e distribuirne una parte agli utenti che contribuiscono in modo significativo al successo del progetto, metterne in vendita un'altra parte per finanziarsi, tenerne da parte per gli sviluppi futuri. In questo modo la % di azienda detenuta si conta in base alla % dei token che si possiedono e l'azienda viene governata da chi possiede i suoi token (che a un certo punto possono essere scambiati e venduti in base a quanto si crede/si vuole contribuire al progetto).
Queste community ☝️ delle applicazioni web3 non sono più le community di user o al massimo creator, ma sono community di owner, cioè dove gli user sono anche proprietari - in maniera frazionata e decentralizzata - delle piattaforme su cui interagiscono. Sono chiamate DAO, Decentralized Autonomous Organization. Questi tipi di organizzazioni "tokenizzate" cambiano completamente l'idea di struttura organizzativa di un'azienda, offrendo una proprietà effettiva, liquida ed equa a tutte le parti interessate.
Di tutto questo shift dal web2 al web3, personalmente trovo che la parte più interessante sia quest'ultima, le DAO.
Le DAO cambiano il web, ma anche il mercato. Cambiano il nostro lavoro di VC in maniera significativa. In questo articolo trovate un interessantissimo approfondimento che va nel dettaglio: DAOs: Communities of the Future
Tiriamo le somme
Perché tutto questo è interessante?
Perché la vision che è alla base del web3 è una delle cosa più potenti che il web abbia visto negli ultimi 20 anni. Perché è un processo, iniziato già da anni, che sta lentamente (ma neanche troppo) e inesorabilmente cambiando il modo di creare il web e usufruirne.
Perché è un processo basato sul web, ma che ha ricadute enormi nelle vite di tutti e nel modo di intendere e vedere la proprietà e il ruolo del singolo delle community.
Perché è una filosofia dove il singolo è al centro, ma è tutelato dalla community. Il paradigma si ribalta e il singolo (con la sua identità, i suoi asset, i suoi token) diventa il perno su cui gira tutto, ed è il resto del web che si adatta per permettere al singolo di rimanere univoco.
Perché startup e fondi stanno drizzando le antenne: le prime creando progetti web3-based, i secondi raccogliendo billion e billion per investire in questo nuovo settore.
Per chiunque lavori nell'innovazione - founder, investitori, acceleratori, professori... - è ormai imprescindibile avere almeno un'infarinatura di questi temi, e quindi per noi era importante aprirvi una piccola finestra su questo mondo.
Disclaimer: noi non siamo i massimi esperti del settore, stiamo studiando e approfondendo velocemente: in Lombardstreet quello che ne sa di più è sicuramente Luigi, quindi quello che trovate in questo articolo è davvero un'introduzione al tema all'acqua di rose. Sicuramente tra voi c'è chi ne sa tonnellate di più e chi invece non è minimamente interessato al tema. Noi volevamo scrivere un articolo abbastanza generale che potesse arrivare a tutti, ma abbastanza preciso da non risultare inutile.
Speriamo di esserci riusciti 🤞
Per approfondire
Grazie a @tosi_tommaso per l'aiuto nella selezione di questi spunti!
Qualche articolo e thread che spiega (molto meglio di come ho fatto io) il tema:
How (and why) to buy your first NFT—even if you’re skeptical
How to Win the Future: An Agenda for the Third Generation of the Internet - by a16z
Per gli scettici consiglio questo thread:
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Qualche utente Twitter da seguire con ottimi contenuti web3:
@VitalikButerin - founder di Ethereum
@aeyakovenko - co-founder Solana
@cdixon - General Partner del fondo crypto di Andreessen Horowitz
@packyM - advisor web3 di Andreessen Horowitz
@katie_haun - GP web3 di Andreessen Horowitz, nel board di Coinbase e OpenSea
@AriannaSimpson - GP web3 di Andreessen Horowitz
@brian_armstrong - Co-founder & CEO di @Coinbase
@chriscantino - GP di un fondo crypto che spesso si prende la briga di fare thread in cui spiega cose complicate web3 in modo semplice
@FarzaTV - YC founder che fa corsi gratuiti e molto semplici da seguire per chi vuole imparare blockchain development
Fateci sapere se è stato utile questo articolo, cosa ne pensate, e condivideteci gli spunti che per voi sono interessanti:
Cià cià!
Grazie per la spiegazione Irene! Quali sono secondo te le startup più interessanti in questo frangente?
P.S.: gli articoli sui trend di mercato e tecnologici sono fra i miei preferiti! Sarebbe bello farne di più, anche sulla linea di quello che aveva fatto Luigi in passato (food e space economy).
Era più di qualche giorno che discutevo con amici riguardo i vantaggi del web3.0 e credo che questo articolo racchiuda e spiega al meglio ciò che cercavo di narrare e argomentare a mia volta qualche giorno fa.
Grazie mille per la spiegazione, anche io penso che gli articoli sui trend di mercato siano molto molto interessanti. E grazie per i link di approfondimento !