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mag 23, 2022Messo Mi piace da Massimo Sgrelli, Irene Mingozzi

Grazie Irene, articolo interessantissimo e che riassume bene molti dei segnali ricevuti in questo periodo. È notevole comprendere che, in pochi mesi, sia cambiato così velocemente lo scenario. Il mio takeaway principale è che nel modello startup l'approccio "lean" è imprescindibile. Visone sempre a lungo termine, flessibilità e adattamento incorporate by design.

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Hai ragione. Mi permetto di aggiungere che in quanto stranieri in terra americana il nostro approccio deve essere sempre frugale ed oculato. A noi serve più tempo e quindi ogni dollaro va speso attentamente, anche nei periodi di vacche grasse.

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mag 23, 2022Messo Mi piace da Irene Mingozzi

Lo scenario presentato sarà focalizzato sul mercato US o anche in Europa? Realtà come quella Italiana in cui partiamo con alcuni anni luci in ritardo non potrebbero approfittare della situazione? O contrariamente secondo voi il rischio è di bloccare ancora più a lungo la tanto citata crescita del settore nel Bel Paese?

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Quello di cui parliamo noi è sempre il mercato USA. Guardando i report di PitchBook ci si rende conto che in Europa la crisi stia determinando uno stop ancora più marcato in termini di investimenti e M&A sul mondo startup. L'Italia non è un mercato, ma come non lo è la California o la Spagna. Minimo parliamo sempre di un continente ed è per questo che noi spingiamo sempre sugli Stati Uniti. Hanno una sola lingua, abitudini simili, un solo presidente, ecc. In Europa hanno spesso funzionato i copycat (vedi Rocket Internet) ma il centro nevralgico è la Germania (Berlino).

Tieni presente che con di fronte ad ogni crisi conta molto il tempo che il continente ci mette e risollevarsi e l'economia a riprendere. La prudenza europea non aiuta e quindi in questi casi la curva si dilata sull'asse dei tempi. Gli USA si gonfiano e sgonfiano velocemente, cosa che non potresti fare agilmente in Europa (sicuramente non in Italia): immagina dover licenziare 500 persone dalla mattina alla sera. Coma fai? Non è mai bello ma necessario in un mercato in cui la velocità conta molto.

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Partendo dal presupposto che "investors are looking for growth", quanto sara' difficile fare fundraising a livello globale nei prossimi 24 mesi secondo voi? bisognera' avere delle metriche esplosive per fare una buona raccolta?

Se nei prossimi mesi fare fundraising sara' difficile, meglio concentrarsi sul migliorare il proprio prodotto, acquisendo utenti in un periodo piu' dilazionato?

Quale approccio consigliate di seguire a un founder di un startup early stage che si trova ancora in fase iniziale?

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Le cose non cambiano molto. Sull'early stage servono prove che il prodotto fa qualcosa di utile e che il team è quello giusto per farla scalare—almeno nelle fasi iniziali. Quando entrate lanciate e le metriche cominciano a salire bene—idealmente almeno 5% WoW—allora raccogliete e fatelo velocemente, in poche settimane. Allineate le stelle affinché quel momento sia memorabile per voi e per gli investitori. Quando siate all'inizio queste condizioni di mercato vi toccano poco. L'impatto nel breve periodo sarà—forse—sulle valutazioni, anche se ad oggi non ci sono grandi segnali se non qua e là. Ricordate: velocity. Da quando partite a quando raccogliete minimizzate i tempi, non rimanete anni in garage. Questo non piace agli investitori.

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