Gli errori da non fare in un investor update
Vediamo quali sono i più frequenti, cosa comunicano veramente, e come evitarli
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Chi ci segue da un po’ sa che insistiamo spesso sull’importanza degli update mensili scritti bene per tenere i propri investitori (e il proprio network) aggiornati e coinvolti.
Ne abbiamo scritto un po’ di tempo fa in un articolo che ancora oggi riceve molta attenzione: Cos'è un investor update e come strutturarlo
Recentemente ho lavorato sull’update del primo quadrimestre 2023 del nostro fondo, andando a spulciare nel dettaglio tutti gli update degli ultimi 3 mesi di quasi 70 startup, tracciando metriche, incrociando dati, facendo un po’ il punto della situazione globale dei nostri investimenti.
Mentre facevo questa cosa mi è venuta l’ispirazione per questo articolo. Ci sono alcuni errori che vengono ripetuti spesso negli update, che sono veramente facili da evitare, e che se non vengono evitati possono alzare dei red flag o comunque dipingere un quadro d’insieme non confortante.
Ricordatevi sempre che ogni informazione che comunicate, volontariamente o implicitamente, va a lasciare un puntino che poi a lungo andare traccerà la direzione della vostra linea — non so vaneggiando, leggetevi questo (l’avevo scritto per un’altra applicazione, ma il concetto è applicabile anche al discorso degli update): Investiamo in linee, non in punti
Dicevamo.
Oggi vorrei fare un punto sugli errori più frequenti degli update e su che cosa comunicano veramente.
Inviare gli update a cadenza irregolare
L’errore: inviare gli update in modo casuale o a cadenza irregolare, a volte ogni mese, a volte ogni due mesi, a volte all’inizio del mese successivo, a volte alla fine.
Cosa comunica: poca organizzazione del CEO, gestione a corto raggio della to do list, poca importanza data alla scrittura degli update e all’aggiornamento dei propri investitori.
Cosa fare invece: stabilire una cadenza di invio costante per gli aggiornamenti, comunicarla (così vi impegnate in maniera esplicita a farlo) e rispettarla. Se per qualche motivo si deve saltare un mese, è bene avvisare in anticipo gli investitori e spiegare il motivo per cui succede.
Inviare gli update troppo distanti
L’errore: inviare update trimestrali invece che mensili. Update trimestrali vanno benissimo per una startup dal Series A in poi, quando ormai il product market fit (PMF) è stato raggiunto e i cicli di novità di allungano perché il focus è sulla crescita e non sugli esperimenti e le iterazioni continue.
Cosa comunica: che non ritenete importante aggiornare i vostri investitori sul vostro percorso, che non avete capito bene le regole del gioco, che non state usando gli update nel modo giusto.
Cosa fare invece: fino al PMF gli update vanno mandati ogni mese, o anche più spesso se ci sono novità particolari o aggiornamenti urgenti o situazioni critiche.
Smettere all’improvviso di inviarli
L’errore: interrompere in maniera improvvisa l’invio, senza avvisare e (spesso) senza rispondere alle mail successive degli investitori che chiedono spiegazioni.
Cosa comunica: che sicuramente qualcosa è successo. Quel qualcosa nella stragrande maggioranza dei casi è qualcosa di negativo (il CTO se n’è andato, un competitor grosso vi ha portato via metà dei clienti, avete quasi finito la runway…), in una piccolissima minoranza è positivo (vi è esploso il mercato tra le mani e non state dietro alle richieste dei clienti, avete preso Google come cliente ricorrente…).
Cosa fare invece: inviare gli aggiornamenti in modo regolare. Se per qualche motivo non si può farlo, è bene avvertire gli investitori spiegando il motivo e indicando quando saranno ripresi gli invii.
Cambiare la frequenza d’invio senza avvertire e spiegarne il motivo
L’errore: iniziare a mandare update trimestrali se fino al mese prima sono stati mensili.
Cosa comunica: come sopra — che non ritenete importante aggiornare i vostri investitori sul vostro percorso, che non avete capito bene le regole del gioco, che non state usando gli update nel modo giusto.
Cosa fare invece: motivare sempre le vostre scelte, e il motivo deve avere sempre senso all’interno della vostra strategia, non può essere “non abbiamo tempo di farlo”.
Non seguire un template o una struttura costante
L’errore: riscrivere ogni volta l’update partendo da una pagina bianca, senza strutturarlo in maniera chiara e organizzata.
Cosa comunica: poca chiarezza, poca struttura, poca organizzazione.
Cosa fare invece: usare sempre la stessa struttura. Questo vi farà risparmiare tempo e fatica: ogni mese dovrete semplicemente riempire i paragrafi già strutturati senza reinventare la ruota. Questo farà risparmiare tempo e fatica anche ai vostri investitori: sapranno già cosa aspettarsi e potranno scorrere velocemente i vostri update alla ricerca delle informazioni rilevanti, sapendo già dove andare a cercare.
Scrivere muri di testo
L’errore: affogare l’update nelle parole.
Cosa comunica: o che non sapete sintetizzare, o che non avete capito chi c’è dall’altra parte dell’update.
Cosa fare invece: l’update dev’essere guidato dai numeri, pochi, chiari, concisi, tracciabili, rilevanti. Tenete le parole al minimo, fatene buon uso, date la possibilità a chi vi legge di capire velocemente la situazione della vostra startup. Non abusate della pazienza dei vostri lettori.
Scrivere update troppo lunghi
L’errore: mandare pagine e pagine di update.
Cosa comunica: che non avete capacità di sintesi, cosa che spesso comporta poca chiarezza mentale. Oppure ci sono brutte notizie e state cercando di affogarle in un mare di informazioni.
Cosa fare invece: essere chiari e concisi, scrivere un update che può essere letto in 3-5 minuti. Voi volete che i vostri investitori leggano tutto l’update, perché così possono aiutarvi (ricordatevi che è sempre importante includere le richieste di supporto ai vostri investitori), quindi rendete l’update leggibile.
Omettere metriche o dati importanti
L’errore: non riportare alcuni dati (che nei mesi precedenti sono stati tracciati).
Cosa comunica: che ovviamente quelle metriche non stanno crescendo come vorreste oppure che c’è qualcosa di critico che state insabbiando (tipo una runway di pochi mesi).
Cosa fare invece: comunicare tutto, anche se va male, spiegando secondo voi quali sono i motivi e quali sono gli esperimenti che farete per cambiare la tendenza di quei numeri.
Cambiare le metriche tracciate senza spiegazione
L’errore: riportare ogni volta dati diversi in formati diversi (un mese MRR, un mese utenti, un mese ARR…).
Cosa comunica: che non avete chiari i vostri KPI oppure che siete disorganizzati (oppure che non leggete i vostri stessi update precedenti).
Cosa fare invece: riportate sempre le stesse metriche, in modo che gli investitori possano tracciare la vostra crescita e il vostro andamento. Se decidete di cambiare i KPI che riportate va benissimo, ma spiegatene il motivo.
Usare troppe sigle o parole tecniche
L’errore: infarcire l’update di gergo tecnico o di sigle.
Cosa comunica: di nuovo, che non avete capito l’obiettivo di un update, oppure che cercate di confondere le acque perché i risultati non sono stellari.
Cosa fare invece: essere chiari, semplici, diretti. I dati principali devono essere immediatamente identificabili, l’MRR (una delle poche sigle concesse, monthly recurring revenue) deve essere su una riga, in grassetto, da solo, con di fianco la % di crescita rispetto al mese precedente. Idem per Cash in the bank, Runway, Burn. L’update deve poter essere comprensibile per chiunque ci sia dall’altro lato, anche un analyst che ha iniziato a lavorare nel fondo la settimana prima.
Non serguire un filo conduttore di mese in mese
L’errore: trattare gli update come elementi singoli, invece che come capitoli di uno stesso libro.
Cosa comunica: poca lungimiranza, poca costanza, poca visione d’insieme, generale pressapochezza.
Cosa fare invece: rileggere sempre almeno i due update precedenti prima di mettersi a scrivere l’update del mese, scriverli come se fossero puntate di una storia unica. Riprendere gli obiettivi comunicati il mese precedente e aggiornare su come sono andati e su cosa vi aspettate per il mese successivo.
Esagerare con la creatività
L’errore: usare troppa grafica, titoli originali, formati particolari.
Cosa comunica: che non avete capito che alcune cose sono uno standard per un buon motivo (perché funzionano e sono ormai consolidate — come le SAFE per esempio), e rispettarlo significa dimostrare che conoscete le regole del gioco e che sapete giocarci.
Cosa fare invece: studiare bene i template più classici e farli vostri. Di nuovo: io leggo 70 update al mese, li abbraccerei i founder che rendono il mio lavoro più semplice ed efficace scrivendo degli update ben fatti, con un template chiaro, senza particolari ghirigori o grafiche speciali.
Non condividere le notizie negative
L’errore: non comunicare quando sta succedendo qualcosa di negativo sperando che si risolva da solo prima di doverlo mettere per iscritto (spoiler: non succede mai).
Cosa comunica: che non siete affidabili, che non state utilizzando il supporto degli investitori come dovreste, che non state guidando la vostra azienda ma vi sta trascinando in modo incontrollato.
Cosa fare invece: comunicare sempre, tempestivamente, se qualcosa si sta anche solo leggermente incrinando. I vostri investitori sono un allungamento del vostro team, sono pronti ad aiutarvi e a fare brainstorming con voi appena i problemi si presentano. Non trattateli come una commissione d’esame (e se loro si comportano come tali, avete sbagliato investitori), trattateli come alleati. Non siete i primi ad attraversare questi problemi, con grande probabilità alcuni di quelli che ricevono i vostri update ci sono già passati in prima persona e hanno qualche consiglio o contatto utile per voi.
Spero di avervi lasciato un po’ di food for tought per il vostro lunedì.
Buona settimana, scrivete sempre delle mail facili da leggere 🤟