Sono veramente certo che il sogno della mia vita sia creare una startup? Ho compreso cosa questo significhi? Esistono altri modi per creare aziende globali su Internet.
Io vorrei riprendere anche il concetto di family business (altri fischi e pernacchie) perché sono sempre stato affascinato dalle storie delle aziende “di famiglia” che creavano strade ed asili per il paese
Ciao Massimo, grazie per il link. Spunti molto interessanti. Proprio oggi ho visto il nuovo post con la foto di Michele Roberta ed il team di Mashape, io ho bazzicato la Silicon Valley in quegli anni e la cosa che porterei in Italia (se potessi) è la propensione a sperimentare da parte di tutti. Ricordo i bar con tre o quattro sistemi di pagamenti online quando ancora erano cosa rara nel mondo. Anche i bar erano predisposti ad accettare la sperimentazione. Detto questo, credo che, in mancanza di una movimentazione di fondi come nella Valley, le nostre startup possono focalizzarsi su prodotti che abbiano valore anche per i singoli prima che alla massa. Balsamiq è l’esempio lampante che mi viene in mente. Le aziende di famiglia erano così, solo che ho la sensazione si siano perse per strada in cerca della massimizzazione dei margini. Che ne dici?
Le aziende di famiglia sono molto diverse da un lifestyle business — almeno come lo intendo io. Le aziende di famiglia vogliono crescere — per me sono ordinary company—, solo che lo fanno nel tempo reinvestendo i margini o chiedendo prestiti alle banche — una volta. Quelle che oggi resistono e superano ogni crisi sono quelle che sono diventate aziende che vendono all'estero per una quota superiore al 50%. Le altre fanno fatica. Un lifestyle business invece non ha tutti questi rischi: parliamo di qualche decina di persone al massimo e un business internazionale grazie alla rete. Secondo me il modello migliore per chi non si sente calzare la startup.
Sono d’accordo e mi ritrovo molto in quello che dici. Ho la sensazione che le family business “di una volta” erano più immerse nella vita della comunità rispetto ad oggi. Questo aspetto sta facendo la differenza negli ultimi 20-30 anni. Dalla Silicon Valley porterei l’attitudine alla sperimentazione e l’apertura internazionale dal giorno zero. Non porterei (a mio vedere naturalmente) la ricerca della exit e la caccia all’unicorno. Ma anche qui, probabilmente mi merito fischi e pernacchie :)
Loris Degioanni con Cacetech a Davis fece prima la lifestyle company senza VC poi post Exit Riverbed 2010, la super startup a oggi con 250 mln da VC e 200+ people con Sysdig (container SW)...i VC post Cacetech lo inseguivano per dargli soldi..."credibility" !
Ciao Massimo, che dire: articolo di più di due anni fa ma veramente interessante e pieno di stimoli. Grazie davvero per creare contenuti così interessanti e accessibili a tutti, ancora complimenti.
No Giuseppe, anzi penso che in tanti casi sia la cosa giusta. La vera opportunità offerta dalla rete oggi sta nel fatto che abbiamo la possibilità di avere il mondo intero come cliente. Decidere tra startup o lifestyle business sul web è solamente una scelta personale legata a quanto si vuole realizzare nella vita con la propria azienda. Un lifestyle business è perfetto per chi decide semplicemente di creare un'azienda di valore che fatturi bene negli anni, ma che al tempo stesso non ci sottoponga alla pressione della raccolta di capitale da VC (dovendo rispondere ad altri per la sua crescita). Si crea un prodotto, lo si lancia e lo si vende ai clienti. L'obiettivo è di vendere tanto nell'ottica di creare un business sostenibile che ci renda finanziariamente indipendenti e tenersi la società negli anni. Se cerchi in rete vedrai come Peldi ha dovuto spiegare diverse volte ai VC che lo chiamavano perché non era interessato a raccogliere capitale. Basecamp, stessa cosa. Certo queste aziende sono cresciute lo stesso e sono oggi diverse decine di persone. Sono belle aziende che fatturano bene e rendono soddisfatti i fondatori.
Cavolo ho citato Balsamiq nella mia risposta ma ancora non avevo letto questo commento che si sposa alla grande! Un amico dice (più o meno) “belle le startup, peccato che ci siano i clienti”
Io vorrei riprendere anche il concetto di family business (altri fischi e pernacchie) perché sono sempre stato affascinato dalle storie delle aziende “di famiglia” che creavano strade ed asili per il paese
Ciao Maurizio, anch'io ho riflettuto parecchio su questo tema. Ti condivido un link di un articolo che avevo pubblicato su Medium nel 2017 proprio sulle aziende di famiglia https://medium.com/lombardstreet-io/perch%C3%A9-aziende-di-famiglia-e-silicon-valley-non-sono-cos%C3%AC-diverse-d1b5b7c399d6?source=friends_link&sk=3a985af44955d718b8d5204e3d5c3fa8
Spero ti possa essere utile.
Ciao Massimo, grazie per il link. Spunti molto interessanti. Proprio oggi ho visto il nuovo post con la foto di Michele Roberta ed il team di Mashape, io ho bazzicato la Silicon Valley in quegli anni e la cosa che porterei in Italia (se potessi) è la propensione a sperimentare da parte di tutti. Ricordo i bar con tre o quattro sistemi di pagamenti online quando ancora erano cosa rara nel mondo. Anche i bar erano predisposti ad accettare la sperimentazione. Detto questo, credo che, in mancanza di una movimentazione di fondi come nella Valley, le nostre startup possono focalizzarsi su prodotti che abbiano valore anche per i singoli prima che alla massa. Balsamiq è l’esempio lampante che mi viene in mente. Le aziende di famiglia erano così, solo che ho la sensazione si siano perse per strada in cerca della massimizzazione dei margini. Che ne dici?
Le aziende di famiglia sono molto diverse da un lifestyle business — almeno come lo intendo io. Le aziende di famiglia vogliono crescere — per me sono ordinary company—, solo che lo fanno nel tempo reinvestendo i margini o chiedendo prestiti alle banche — una volta. Quelle che oggi resistono e superano ogni crisi sono quelle che sono diventate aziende che vendono all'estero per una quota superiore al 50%. Le altre fanno fatica. Un lifestyle business invece non ha tutti questi rischi: parliamo di qualche decina di persone al massimo e un business internazionale grazie alla rete. Secondo me il modello migliore per chi non si sente calzare la startup.
Sono d’accordo e mi ritrovo molto in quello che dici. Ho la sensazione che le family business “di una volta” erano più immerse nella vita della comunità rispetto ad oggi. Questo aspetto sta facendo la differenza negli ultimi 20-30 anni. Dalla Silicon Valley porterei l’attitudine alla sperimentazione e l’apertura internazionale dal giorno zero. Non porterei (a mio vedere naturalmente) la ricerca della exit e la caccia all’unicorno. Ma anche qui, probabilmente mi merito fischi e pernacchie :)
No pernacchie. No exit, no VC. Ergo no startup, altri modelli, ma non startup.
Loris Degioanni con Cacetech a Davis fece prima la lifestyle company senza VC poi post Exit Riverbed 2010, la super startup a oggi con 250 mln da VC e 200+ people con Sysdig (container SW)...i VC post Cacetech lo inseguivano per dargli soldi..."credibility" !
Che dire, semplicemente bellissimo. Grazie davvero per questa newsletter!
Grazie Lorenzo 😉. Diffondi la voce se puoi.
Ma quali fischi? Non potrei essere più daccordo :)
Ciao Massimo, che dire: articolo di più di due anni fa ma veramente interessante e pieno di stimoli. Grazie davvero per creare contenuti così interessanti e accessibili a tutti, ancora complimenti.
Pensi che puntare su un lifestyle business invece di una startup sia amorale? Dovremmo sempre puntare a creare wealth per la società?
No Giuseppe, anzi penso che in tanti casi sia la cosa giusta. La vera opportunità offerta dalla rete oggi sta nel fatto che abbiamo la possibilità di avere il mondo intero come cliente. Decidere tra startup o lifestyle business sul web è solamente una scelta personale legata a quanto si vuole realizzare nella vita con la propria azienda. Un lifestyle business è perfetto per chi decide semplicemente di creare un'azienda di valore che fatturi bene negli anni, ma che al tempo stesso non ci sottoponga alla pressione della raccolta di capitale da VC (dovendo rispondere ad altri per la sua crescita). Si crea un prodotto, lo si lancia e lo si vende ai clienti. L'obiettivo è di vendere tanto nell'ottica di creare un business sostenibile che ci renda finanziariamente indipendenti e tenersi la società negli anni. Se cerchi in rete vedrai come Peldi ha dovuto spiegare diverse volte ai VC che lo chiamavano perché non era interessato a raccogliere capitale. Basecamp, stessa cosa. Certo queste aziende sono cresciute lo stesso e sono oggi diverse decine di persone. Sono belle aziende che fatturano bene e rendono soddisfatti i fondatori.
Cavolo ho citato Balsamiq nella mia risposta ma ancora non avevo letto questo commento che si sposa alla grande! Un amico dice (più o meno) “belle le startup, peccato che ci siano i clienti”