Y Combinator: i primi tempi della Startup School
In particolare la Startup School del 2009 e la mail a cui Paul Graham mi ha risposto in 30 minuti
Come già sapete, se avete letto la scorsa puntata, io sono un fan di lungo corso di Paul Graham — ideatore e co-fondatore di Y Combinator. In quell’articolo raccontavo come nel 2010 ho avuto la possibilità di partecipare al mio primo demo day, ma già da qualche anno avevo iniziato ad applicare per partecipare alla loro Startup School. Era una sorta di chiodo fisso per me e tra poco capirete perché. Dodici anni fa sia YC che la Startup School erano molto diversi da come li conoscete oggi. Il termine migliore per definire gli inizi è “hands on”: alla mano, famigliare e interattivo. Si andava dritti al sodo ed era molto accessibile — oltre che un’occasione unica al mondo per fare networking.
Nota:in qualche modo YC era una piccola realtà, un bottega artigianale, nella quale i 4 co-founder facevano tutto ed interagivano con tutti — esattamente come cerchiamo di fare noi.
Le prime startup school erano degli eventi gratuiti di una sola giornata con dei guest a dir poco di eccezione. Venivano organizzate solitamente in un’aula di un college locale nella quale trovavano posto qualche centinaio di persone provenienti dai quattro angoli della Terra e, come potete immaginare, non era facile essere tra quei pochi ammessi.
Nel 2009 la convention si teneva a Berkeley, ma per accedere si doveva prima essere ammessi 🤔. Questo prevedeva ovviamente una registrazione con username e password e la compilazione di una application. In tale application si doveva rispondere a qualche domanda del tipo “Why do you want to attend YC Startup School?”. Essere ammessi era piuttosto raro e credo di ricordare di averci provato anche nel 2008.
Una volta compilata l’application la risposta arrivava qualche settimana prima dell’inizio della school. Si riceveva un’email da info@startupschool.org e se si era stati ammessi si prenotavano i biglietti aerei ed un posto letto in hotel o AirBnb. I miei viaggi erano tutti finalizzati ad aprire nuove opportunità di business per la mia azienda italiana e questi momenti mi sembravano un sogno per poter fare entrare in contatto con il meglio che la Bay Area poteva offrire. Già dall’epoca ero fortemente convinto che il mercato di San Francisco fosse una potenziale miniera d’oro ancora ignota ai più nel nostro Paese e quindi cercavo di sfruttare ogni possibile occasione per conoscere gente del luogo con cui un giorno, forse, chissà, avrei potuto fare qualcosa. Volevo una sede in zona.
La mia convinzione in quegli anni era che l’Italia potesse diventare un outsourcer di talento tecnologico — sviluppatori per lo più — per la Bay Area ed i risultati poco rassicuranti di startup come Twitter mi dicevano che potevo avere ragione.
Nel 2009 ogni due per tre, infatti, la pagina di Twitter mostrava la famosa balena sorretta da degli uccellini il che significava che l’azienda non reggeva il carico e qualcosa era scoppiato 😁. Forse alcuni di voi la ricordano:
Non vedevo nell’Italia una nuova India o Cina, bensì un provider di talento tecnologico con un’attitudine diversa all’outsourcing — noi siamo un popolo flessibile che cerca sempre di aggiustare e far funzionare le cose. Sempre. Sognavo un’orda di 20-enni che dall’Italia sviluppavano codice per le migliori startup di Silicon Valley.
Ma torniamo al tema di questo post — focus Massimo, focus...
Dovete sapere che il website di YC, e quindi anche la pagina di registrazione della Startup School, era stata creata da PG in persona — probabilmente in Lisp, visto che quello era il suo pezzo forte ed aveva anche scritto dei libri sul tema. Sicuramente sarà stata ospitata su Yahoo, visto che lui arrivava da lì — dopo la vendita di Viaweb alla big corporation americana. Ora, Paul è sicuramente un personaggio intellettualmente molto vispo, ma non un perfezionista o un designer. L’acceso all’area riservata di YC del tempi era una pagina totalmente bianca nella quale in alto a destra c’erano i due campi da riempire — stile Web 1.0 del 1992 — ed un pulsante di conferma. Qualcosa di questo genere1:
L’accesso a quest’area era importante — e lo scoprii solamente più tardi — per poter confermare la partecipazione alla Startup School una volta ammessi. Ebbene, nel 2009 fu il mio anno e venni ammesso 🥳
Non vi dico l’eccitazione, ma avevo un problema: non ricordavo assolutamente la password di registrazione all’area riservata di YC senza la quale non potevo confermare la mia partecipazione.
La webapp creata da PG sfortunatamente non aveva un modo per richiedere il reset della password 😮… in fondo quanti erano statisticamente i casi come il mio — avrà pensato Paul?
Huston, we have a problem 🧑🏾🚀
Sapendo che Paul amministrava il sistema del tempo, scrissi un’email direttamente a lui, il quale, 30 minuti dopo, mi rispose resettado la mia password personalmente 🤣 — il mio inglese ha sempre avuto dei minor glitch:
Non potevo crederci, ma era ancora una volta la riprova che basta chiedere e spesso possono avvenire cose che non ti puoi immaginare.
All’inizio vi dicevo che alla giornata della Startup School partecipavano speaker d’eccezione.
Eccovi qualche esempio:
Paul Graham
Jessica Livingstone2
Evan Williams e Biz Stone (fondatori di Twitter)
Greg McAdoo (Sequoia Capital)
Jason Fried (37 signals ora Basecamp)
Chris Anderson (all’epoca Chief Editor di Wired)
Paul Buchheit (fondatore di Friendfeed ed creatore di Gmail)
Mark Pincus (fondatore di Zynga, quella di FarmVille)
Mark Zuckerberg (beh… questo lo conoscete)
Tony Hsieh (fondatore di Zappos)
Mitch Kapor (fondatore di Lotus e Kapor Capital)
Che ne dite😁, uh3?
E la cosa migliore era che con queste persone ci potevi chiacchierare liberamente durante i break, chiedere un parere e, per i più social media addicted, farti anche una foto. Io però all’epoca ero molto più imbranato così non interagivo molto. Non ero entrato nel mood giusto: dimentica il tuo inglese terribile e buttati!
E la giornata non terminava qui: dalle 7 pm in poi si aprivano i party nelle aziende sparsi ai quattro angoli di SF ed il networking continuava… poi alle 10 pm al massimo tutti a casa. Finita la birra🍻 i party si svuotavano in fretta e tutti tornavano a lavorare — o almeno quelli che avevano una startup da mandare avanti.
Oggi la Startup School è molto diversa, ma anche YC è cambiato molto. Da quando nel 2014 PG si è ritirato come presidente lasciando il posto a Sam Altman, l’azienda ha iniziato a scalare e qualcosa si è perso nella transizione.
Because YC needs to grow, and I’m not the best person to grow it.
Il cambiamento ha indubbiamente lasciato sul piatto lo spirito semplice e casereccio di quei primi anni per fare spazio ad un modello che piaceva molto agli investitori. Certo la crescita ha permesso loro di raccogliere più capitale da investire e di far scalare le operation — non so bene quanti partner ci siano ad oggi in YC. Ciò detto, PG era PG. Oggi YC rimane in modo assoluto il miglior Seed accelerator al mondo e la Startup School sarà sicuramente anch’essa molto valida.
Personalmente ricordo con grande nostalgia gli anni nei quali i demo day erano fatti in una stanzetta e Paul era sul palco. I consigli dei founder originali alle startup sono sicuramente qualcosa che mancherà a tutti e di quei periodi la Startup School era sicuramente la cosa più originale e unica. In fondo è proprio l’approccio di YC nei primi anni che mi ha convinto che che l’investimento in startup molto fresche fosse una cosa interessante. Ancora oggi fatico a credere che un VC seed stage possa scalare troppo senza perdere il valore che lo ha reso unico.
A quanto pare per loro ha funzionato — e continua a funzionare bene — ed è forse un segno di Silicon Valley che cambia continuamente e si adatta.
Ho cercato la versione originale, ma senza risultato, quindi me la sono rifatta 😁
Jessica ha anche scritto qualche libro molto interessante, tra cui il mio preferito “Founders at Work”. Da leggere, anche se un po’ datato.
Sì, “uh”, non “eh”, perché mi americani usano questo “uh” nasale che io prendo sempre in giro.
Grazie per farmi “assaporare” e sognare la Silicon in ogni post 🤩🇺🇸
Che storia, e grazie mille per i consigli! Sicuramente ciò che mi porto a casa da queste poche righe è che "basta chiedere e spesso possono avvenire cose che non ti puoi immaginare".
Sarebbe molto bello se anche voi di Silicon Valley Dojo organizzaste una startup school dedicata, mettendo a disposizione l'esperienza che tutti voi avete maturato, cercando di ricreare quello "spirito semplice e casereccio" che contraddistingueva Y Combinator nei primi anni; io da studente sicuramente proverei a fare application ;)