Fail Sucks! 3 consigli per impostare una startup nel modo giusto dall'inizio
Come possiamo migliorare le nostre probabilità di successo di una startup? Un mental framework semplice, ma efficace, per evitare fallimenti eclatanti di prodotti promettenti.
Tutti hanno sentito dire almeno una volta nella vita che nella Silicon Valley "fallire è accettato, fa parte della cultura locale, si può fallire e due settimane dopo si possono raccogliere fondi per una nuova startup".
È vero, ma bisogna anche essere onesti: fallire nella creazione di qualcosa in cui crediamo profondamente non fa sentire benissimo!
Quando si inizia con una nuova azienda, non si può sapere se sarà un successo o meno. Di sicuro si lavora e ci si impegna duramente per ottenere i risultati migliori possibili: idealmente un decacorn!
Detto questo, i founder vivono in un continuo stato di incertezza perché stanno creando qualcosa di nuovo, risolvendo un problema ancora irrisolto.
Creare una nuova startup è molto affascinante, ma anche una fonte significativa di ansia e stress per il team dei founder. Queste emozioni devono essere gestite e incanalate nel modo giusto. Un buon rimedio è una costante dose di positività e di capacità di problem-solving, che nella maggior parte dei casi non sono caratteristiche innate, ma si sviluppano con la conoscenza e la formazione.
Una citazione indimenticabile di Ben Horowitz, founder della VC firm Andreessen-Horowitz, dice:
As a startup CEO, I slept like a baby. I woke up every two hours and cried.
Quando ero CEO di una startup, dormivo come un bambino. Mi svegliavo ogni due ore e mi mettevo a piangere.
Fallire non piace a nessuno, e come la maggior parte delle persone con 25 anni di esperienza, posso dire di avere ormai abbastanza esperienza nel settore 😬
Negli ultimi due decenni ho sperimentato più volte sia il successo che il fallimento.
Il primo può rafforzare la vostra capacità di vincere nuove sfide, mentre il secondo può compromettere la vostra autostima. Il fallimento insegna molte lezioni preziose, la più importante delle quali è che è molto più bello avere successo 🤓
È anche vero che se non si accettasse il fatto che la propria startup può fallire, non esisterebbero aziende come Airbnb, Uber, Slack, Tesla e SpaceX. Quando Sysdig è stata fondata nel 2013, il mio co-founder Loris, il genio tecnico dietro l'idea, non sapeva se fosse possibile utilizzare una funzione di Linux chiamata "tracepoints" per creare il prodotto che aveva immaginato. C'erano molte sfide tecniche da affrontare e superare, ma questo non ci ha mai impedito di mettere in campo tutte le nostre energie per farne un grande successo.
Nelle startup, il fallimento è piuttosto comune per diverse ragioni:
Inesperienza dei founder
Il fatto che si stia affrontando il problema sbagliato
Non conoscenza della dimensione del mercato
Geografia sbagliata
Mancanza di capitale
Incapacità di comunicare con la base di utenti
Tempismo sbagliato: troppo presto o troppo tardi
Mancanza di focus
Mancanza di competenze
Limiti tecnologici
Insufficiente perseveranza dei founder
Queste sono solo alcune delle possibili cause di fallimento di una startup, ma secondo la mia esperienza esistono un mental framework e un insieme minimo di regole che possono ridurre le probabilità che una startup si schianti.
Cerco di sintetizzare il tutto in tre punti fondamentali.
(disclaimer solito: parlo principalmente di startup B2B SaaS, che sono quelle in cui ho esperienza diretta)
1) Parlate con i vostri utenti dal primo giorno
La maggior parte delle volte, quando le startup sono nelle prime fasi, trascorrono da tre a nove mesi in uno stato inconsapevole di "modalità stealth". L'azienda è stata creata, il team lavora alla costruzione del prodotto e nessuno si occupa di parlare al mondo.
Andare alla ricerca della vostra base di utenti è qualcosa che dovete fare fin dal primo giorno, quando iniziate a scrivere la prima riga di codice. Questo significa che nel vostro team deve esserci qualcuno che sia appassionato di questo aspetto tanto quanto voi siete appassionati di coding.
Parlare del problema che state cercando di affrontare vi aiuta in molti modi diversi: ad approfondire il problema, a fare ricerche su come altri hanno cercato di risolverlo, a capire se potete coinvolgere persone che hanno lo stesso problema e infine a creare la prima comunità di utenti appassionati del vostro prodotto.
Il vostro obiettivo è parlare con le persone per capire quale sia il loro bisogno. Questo può essere fatto in diversi modi, oltre che di persona. Si può provare con un blog, una newsletter, partecipando alle community di settore, ai meetup, con telefonate, Zoom call, chat.
2) Andate online in 4-6 mesi
Una delle regole d'oro di Y Combinator, inventata un mese dopo la sua fondazione, è “make something people want”, cioè "crea qualcosa che la gente vuole". Il problema è che le persone non sanno cosa vogliono finché non viene creato per loro.
La prova tangibile che avete costruito qualcosa che le persone vogliono davvero è che il vostro prodotto viene usato ogni giorno. Per questo motivo, i founder dovrebbero sempre concentrarsi sul creare qualcosa il più rapidamente possibile per capire se qualcuno è effettivamente interessato a usarlo.
Nella mia esperienza, un problema che spesso i founder hanno è che immaginano soluzioni spesso troppo complicate per il piccolo team di cui dispongono.
Ecco perché ritengo che nelle startup si debba lavorare in uno scenario vincolato, e il primo vincolo da porre è il "tempo".
In questo settore, oggi è meglio di domani, la velocità è meglio della perfezione, e creare è meglio che pianificare.
Pensate e sognate in grande, ma poi concentratevi e mettete online qualcosa di utile in non più di sei mesi. È un lasso di tempo ragionevole per presentare qualcosa ai vostri utenti e vedere se lo amano o meno. Ho imparato questa lezione a mie spese almeno due volte nella mia carriera. E in entrambi i casi il risultato è stato un fallimento eclatante di un prodotto promettente.
So che molti founder solleveranno obiezioni a questa teoria, ma anche se quello che state progettando è incredibilmente complicato e pensate che non possa essere realizzato in meno di 24 mesi, trovate qualcosa che possa essere lanciato sul mercato in 6 mesi e fate in modo che gli utenti lo paghino. L'ultima parte - il fatto che lo paghino - è fondamentale in questo caso. Ci sono diversi casi in cui questa regola non è applicabile, come ad esempio nel software open-source. Ma in generale, se state realizzando qualcosa per il mercato enterprise o consumer, fate in modo che paghino già a partire dalla release 0.1.
Nel peggiore dei casi, entro 6-8 mesi, avrete le risposte che vi servono: sto creando qualcosa che le persone vogliono? Avete investito alcuni mesi nella costruzione di una nuova azienda e in cambio avete ottenuto alcune risposte preziose.
3) Scegliete il posto giusto
Questo non è un concetto nuovo, ne abbiamo già parlato qui abbastanza: Il valore di essere basati a San Francisco per un first-time founder
Merita però ribadirlo.
Non tutti i posti del mondo sono il posto giusto per creare la community del vostro prodotto e lanciare la vostra startup. Quindi, scegliete con intelligenza. Come investitore, vedo troppe aziende con un ottimo team e un buon prodotto nel posto sbagliato.
Le metriche dell'impresa sono sempre importanti, ma lo sono ancora di più per la raccolta di capitale nel Seed stage. Come diciamo spesso: se riuscite a dimostrare che nelle settimane o nei mesi successivi al lancio del prodotto gli utenti sembrano particolarmente interessati, allora le vostre possibilità di raccogliere capitali aumentano significativamente. Dovete scegliere con attenzione il luogo in cui stabilire la vostra azienda, perché ci sono località che possono aiutare il vostro prodotto a decollare, e altre che invece vi lasceranno a bocca asciutta.
Come mai, in un mondo così remote-friendly come quello di oggi, è così importante scegliere la location giusta?
Secondo la mia esperienza, ci sono diverse buone ragioni per farlo:
Gli early adopter. Avete bisogno di questo tipo di utenti per far crescere le metriche della vostra startup. Dovete sapere dove sono, chi sono e, soprattutto, dovete entrare in contatto con loro prima di lanciare il prodotto. Gli early adopter sono persone come voi e me. Tuttavia, a) hanno un bisogno urgente di quello che il vostro prodotto è in grado di risolvere in maniera esclusiva, b) hanno una passione condivisa per le innovazioni tecnologiche e c) sono entusiasti di darvi un feedback per aiutarvi a migliorare il vostro prodotto. Per poter attirare gli early adopter dovete limare per bene il modo in cui raccontate all'esterno la vostra soluzione. La vostra value proposition deve essere immediatamente chiara e condivisa dai vostri primi utenti. Non parlo di utenti in modo generico: dovete andare a fondo e sviluppare una relazione diretta fate-to-face con loro. E questo ci porta al punto successivo.
Gli incontri di persona. Gli early adopter hanno in comune un particolare profilo. Può includere diversi aspetti come la cultura, le abitudini, gli hobby, le opinioni e lo status sociale. Possono trovarsi in qualsiasi parte del mondo, ma è probabile che molti di loro si trovino nella stessa area geografica. La Silicon Valley è sicuramente un luogo in cui si riuniscono molti early adopter, soprattutto perché molte startup di successo si trovano proprio in questa zona. Tuttavia, se la Bay Area non è il luogo in cui volete essere, fareste bene a pensare seriamente di spostare la vostra sede - e il vostro team - vicino a queste persone. Come ho detto in altri articoli, in questo settore bisogna muoversi velocemente e accelerare il ciclo di feedback è essenziale per far crescere la vostra azienda. Nei primi tempi, il passaparola e la crescita organica sono la strada migliore da seguire, e gli early adopter possono fare davvero la differenza in questo senso tra una startup che ce la fa, e una che non continua.
Detto questo, la creazione di una nuova azienda è un'attività difficile in cui ogni caso è diverso dall'altro. Condividere le esperienze può aiutare, ma alla fine ognuno deve trovare la propria strada.
La mia storia personale mi ha insegnato che non ha senso perdere troppo tempo in una caverna, sperando che un post su Hacker News possa essere la vostra unica strategia di lancio.
Parlate con le persone e confrontatevi, mettetevi in gioco, esponetevi. Imparerete molto di più sui punti di forza e di debolezza del vostro prodotto.
Come sapete, noi crediamo che, anche in un remote-first world, la Silicon Valley mantenga il suo vantaggio competitivo soprattutto grazie alla serendipità dell'area. Partecipare di persona a eventi e riunioni può fare la differenza. Ricordate che "non remoto" è intrinsecamente migliore di "remoto" quando si ha a che fare con le persone, e questo può comportare molti vantaggi.
Qualche tempo fa Paul Graham, fondatore di Y Combinator, ha twittato questa frase:
Pensateci e fate la vostra scelta.
EDIT: questa risposta è per Luca :)
Quando parlo di darvi 6 mesi come arco temporale nel quale costruire qualcosa da mettere online intero dal primo giorno nel quale decidete di avviare il progetto (full time). Non credo volendo fare una startup americana passerei da una Srls o Srl. In generale non creerei alcuna legal entity finché non mi serve realmente ed i motivi, di solito, sono: a) posso iniziare a fatturare, ma se sei in Italiani basta una partita iva, anche forfettaria; b) inizio a sostenere dei costi importanti e quindi meglio avere una legal entity (anche se una startup ha ben poco da scaricare come costi, avendo di solito zero profitti). Se vuoi approcciare il mercato americano, molto meglio fare i primi dollari e non euro, proprio sul mercato target. I sei mesi servono a conoscere il tuo mercato reale, a capire dove stanno e cosa fanno i tuoi utenti veri, quelli su cui scalare il business. Per le prime interazioni con gli utenti puoi usare Zoom e stare in Italia. Inizia a parlarci con questi potenziali clienti e capisci come raggiungerli, quali canali online usano. Io credo ancora, nonostante non abbia grandi esempi di successo da portare, che sia possibile, per certi mercati, fare bootstrap dall'Italia. Le pure software company, ad esempio, sono perfette.
Grazie Massimo. La deadline dei 6 mesi in quale fase va applicata ?
Esempio (reale):
0- creo una srls a costo quasi zero
1- concepisco un marketplace
2- ho le conoscenze per andare subito online con un MVP appoggiandomi ad un semplice CMS
3- raccolgo dati e interazioni e vedo se c’è interesse e un primo product market fit e fatturo qualche euro
4- Incorporo in Delaware con Stripe Atlas una CCorp che controlli al 100% la srls
5- mi sposto in Silicon Valley per formare un team
6 (?) - cerco capitali tramite Angels, VC o incubators
A QUESTO PUNTO: (?)
7- ricreo un MVP fatto meglio grazie al nuovo team in SV e vado online entro 6 mesi
8- cerco capitali tramite Angels, VC o incubators
Ho alcuni dubbi sull ordine delle fasi. Voi cosa consigliate ? Grazie per i chiarimenti.