🙀 ... e se Y Combinator dovesse sfornare 1K startup per batch 😵💫🙃?
Un articolo apparso sulla newsletter di Eric Newcomer sta scombussolando Silicon Valley: la crescita preoccupante delle startup ammesse al Demo Day di YC. So what?
Good morning italiani 🥱!
Prima di partire a raffica con l’articolo di oggi, voglio segnalarvi il prossimo appuntamento con le Silicon Valley Dojo Series, due ore di diretta con il team di Lombardstreet Ventures sui temi più caldi per le startup che guardano a San Francisco. Il 23 febbraio p.v. parleremo di 🥁… Cap Table e Shares 💪🏽👏 e lo faremo anche grazie a Matteo Daste, Partner di Orrick (una delle law firm più famose al mondo nel campo high-tech). Prenotatevi subito 👇
parleremo di:
Tutto quello che avete sempre voluto sapere su Cap Table e Shares
• Cos’è una cap table e cos’è una pro-forma cap table
• Outstanding vs fully diluted shares
• Tenere una cap table aggiornata
• Proteggere la cap table dall’inizio
• Cosa c’è dentro una cap table
• Tipi di stocks/shares
• Ownership e vesting: perché sono importanti
• L’option pool
• Errori e blocker
• Q&A
Ed ora, diamo il via al tema di oggi!
Il 21 febbraio 2014 Paul Graham presidente di Y Combinator annunciava l’abbandono della propria carica 🥲 e l’ingresso di Sam Altman, allora 29enne, alla guida del più famoso acceleratore al mondo. YC doveva accelerare e crescere e tutti — investor e startup — sembrava chiedessero la medesima cosa. L’organizzazione ed il modello dovevano cambiare e PG non era la persona giusta — per sua stessa ammissione.
“Why the change? Because YC needs to grow, and I’m not the best person to grow it. Sam is what YC needs at this stage in its evolution.”
Paul è sempre stato il frontman dell’azienda, ma come spesso ho ricordato nei miei articoli, Jessica — oggi sua moglie — è da sempre stato il vero motore della struttura.
Lei, contrariamente a Paul, ha continuato per diversi anni dopo l’annuncio ad essere il cuore pulsante del successo di YC, aiutando la transizione verso Sam. Paul è sempre stato una persona da boutique, tanto è vero che nel programma S12 — Summer 2012 —, dopo l’esperienza con 84 startup al batch, decise di fare un passo indietro perché a suo dire “qualcosa non aveva funzionato”. Nel batch W13 — Winter 2013 — tornarono ad avere 46 startup al batch, secondo quanto anticipato da Paul.
Io devo essere sincero: quando PG lasciò, non ne fui molto felice. Sapevo che era finita un’era e che molto — purtroppo — sarebbe cambiato, come potete vedere da questo grafico:
Oggi il presidente di YC è Geoff Ralston con Michael Siebel come CEO.
L’escalation nel numero di startup che ogni anno vengono ammesse al batch è spaventoso e come potete notare l’incremento è iniziato proprio quando PG ha abbandonato le operation lasciando il testimone a Sam. L’ingresso di Sam Altman aveva proprio questa prospettiva: far crescere e scalare il modello di YC che fino ad allora ammetteva da 50 a 80 startup per batch.
Sam decide di abbandonare la carica di presidente di YC nel 2019 e da allora la palla passa a Geoff, il quale spinge sull’acceleratore grazie anche a Michael Seibel — co-founder di Twitch — che già nel 2016 diventa CEO dell’acceleratore di Mountain View.
😷…
Ma il grande salto avviene proprio grazie al COVID 🤧. Infatti, dopo un 2020 di assestamento, nel quale i demo day sono di colpo passati tutti online, YC in soli 12 mesi raddoppia il numero delle startup che vengono ammesse al batch, de facto cambiando ancora una volta il format di presentazione:
Dai due minuti e mezzo per il pitch sul palco di passa ad un minuto di presentazione live via Zoom ed una slide per gli investitori. Devo dire che la prima volta non è stato facile ed ancora oggi ritengo che i due minuti e mezzo siano la durata ottimale.
Come avete letto in un nostro post recente, oggi anche il taglio dell’investimento di YC è aumentato: ai $125K per il 7% dell’azienda, si aggiungono $375K vincolati ad una SAFE uncapped con MFN, portando il totale a mezzo milione di dollari investiti alle migliori condizioni possibili. Ma va bene, qualche cambiamento ce lo si aspettava vista l’abbondanza di capitali che sia riversata sul mercato a partire dal 2021 ed il conseguente aumento nella valutazione delle startup ai diversi stage. Il mondo dell’investimento sta puntando a mettere molto più capitale in pancia alle aziende high-tech con potenziale di crescita, sperando che maggior liquidità porti ad una crescita più veloce 🤔. Anche qui, la pandemia ha fatto il grosso della parte spostando online il processo di demo day + investimento aprendo a molte migliaia di accredited investor nuovi la possibilità di scommettere sulle giovani promesse americane. Oggi più che mai, con l’inflazione americana ai massimi storici ed il NASDAQ ai minimi, l’investimento nei private market è la via che tanti operatori del settore scelgono per i capitali che hanno in gestione.
Ma come nove mamme non danno alla luce un bimbo in un mese, allo stesso modo esiste un limite fisico a quello che i founder possono fare con più capitale nei conti correnti delle loro aziende.
Il rischio in questo modo si vada in qualche modo preannunciando un RIP — rest in peace — alla famosa frugalità alla base delle startup nei primi anni di vita. Questo sarebbe un grosso errore ed anche YC mette in guardia da questo pericolo:
Dalton Caldwell, YC’s Managing Director, Architect, and long-term Group Partner, who first suggested that now was the right time to make this change, also pointed out that if founders stay lean, this is more than enough capital to survive for years, regardless of the economic environment.
Quindi, cari founder:
Calma e sangue freddo, continuate a raccogliere sempre e solo il capitale che vi serve per far crescere il vostro prodotto.
Sappiate che raccogliere capitale da più di un soggetto è non solo utile per il vostro runway1, ma anche per avere una validazione da parte del mercato — un solo check non dice molto.
In questo senso, pur essendo d’accordo con quanto Dalton scrive, il fatto che un solo investitore — Y Combinator — vi abbia dato fiducia non significa molto per il mondo esterno. Diciamo che nel worst-case scenario, come minimo avete $500K in banca e con quelli potete provare molto, anzi moltissimo.
Nuovi rumors👂nell’aria
YC, dal canto suo, non solo ha aumentato il deal value, ma nella figura del suo presidente, Geoff, ha fatto intendere che le startup che passano dal loro programma potrebbero essere molte di più.
Sì ma quante di più 😵💫?
Anche gli investor hanno un limite nello span di attenzione e 401 aziende ci sembravano già un numero molto elevato. A quanto pare è solamente una questione di numero di persone — partner — che in YC sono dedicati alla scrematura delle candidature e alla selezione delle startup ammesse. Così nel blog post di Eric Newcomer citato nel sottotitolo di questo articolo troviamo:
“If we want to fund 1,000 companies a batch, could we?” Ralston wondered aloud in a Zoom chat with me the other day. “Well, yeah. If we can hire another 10 or more folks — who have the same passion for startups that we do and want to spend a lot of time reading applications and working with startups and and creating those transformative experiences.”
Quindi attendiamoci che nei prossimi anni questo target di 1.000 startup per batch venga raggiunto — 🤔 mi ricorda qualcosa…
Comunque sia, alla fine anche per un investor è sempre meglio avere quante più company possibili nel proprio deal flow.
Dal punto di vista operativo la mia speranza è che all’aumentare delle startup per batch YC segmenti molto più attentamente la geografia di investimento e non solo il mercato di riferimento — come avviene oggi. Non tutti i VC investono globalmente, anzi. La gran parte dei VC della Bay Area investe in aziende sì globali, ma con US market first — o almeno la gran parte di quelli di medie dimensioni che costituiscono il grosso del paniere degli investitori. In effetti investire sui 5 continenti con una struttura piccola ed un fondo modesto — per i parametri attuali — sarebbe una follia, come giocare al casinò.
Aumentando però il numero delle startup per batch si andrebbe pericolosamente a perdere — se già non si è perso — l’effetto real time del pitch.
Le presentazioni dei founder andrebbero gioco forza registrate e con una registrazione è difficile capire molto della personalità e capacità del CEO e co-founder. Non funziona molto… ma questi sono solo gossip.
Attenzione: non tutto il male vien per nuocere 😁
L’allargamento della base delle startup sui batch genererà nuove opportunità, l’emergere di nuovi acceleratori e piattaforme di pitching/demo day anche in Bay Area. Questo sta già avvenendo, a dire il vero, ma l’accesso e la conoscenza — per fortuna — rimane piuttosto locale e questo fornisce un vantaggio a realtà focalizzate sul territorio di San Francisco come la nostra — forse un giorno vi racconteremo meglio. Tutto questo smottamento a cui stiamo assistendo aprirà nuove strade nelle quali la presenza in Silicon Valley continuerà a giocare a favore delle realtà piccole dinamiche e delle sperimentazioni che andranno nella direzione di smantellare lo status quo. Quando le aziende diventano grandi, si complicano e acquisiscono inerzia.
Forse come dice TechCrunch in un articolo recente:
“… my read is that the firm [Y Combinator] is tooling up to change from being a boutique martial arts gym to a mass-market dojo that’s trying to train a ludicrous number of founders into fighting-fit karate kids.”
Per me va bene comunque, anche se tendo a preferire il mondo dell’investimento fatto di boutique e non di behemoth2 — almeno quando parliamo di early-stage investment.
Ripeto: nove mamme non danno alla luce un bimbo in un mese. Come in ogni aspetto della nostra vita, all’inizio di una nuova avventura e senza grande esperienza, serve tempo per fare errori ed imparare.
Questa è la via maestra per “diventare grandi” e non c’è mentor o advisor che tenga: impariamo dai nostri sbagli e questo non si può scalare.
Quindi leggete quello scriviamo, sperimentate con la vostra testa e state sereni. Imparate a creare aziende senza fretta di diventare Jeff Bezos o Elon Musk — ma spingere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Trovate un problema da risolvere e date tutti voi stessi nella soluzione; viaggiate per incontrate persone e culture diverse dalla vostra dalle quali poter apprendere cose nuove… in fondo:
se sapeste quante badilate sui denti hanno preso questi signori — Musk e Bezos — prima di arrivare dove sono oggi.
🤐
Siamo giunti alla fine anche oggi.
Ma prima di lasciarvi vi ricordo che il 23 febbraio parleremo di Cap Table e Shares, un appuntamento immancabile con le Silicon Valley Dojo Series. Prenotatevi subito 🖖 👇
Startup runway refers to how many months your business can keep operating before it’s out of money.
Qualcosa di enorme, come una grande e potente organizzazione. Originariamente anche una creatura grande e mostruosa 😉.
Grazie Massimo, il vostro condividere è prezioso. Quando ho letto il titolo con "1.000" candidati per batch, mi sono venuti i brividi. Salto tutti i pensieri intermedi, e la leggo così: è un modo di fare "ulteriore" selezione, un sorta di "after-party" del fallire, una chiamata alle armi anche per gli indecisi - o non del tutto pronti - per accelerare il processo di validazione(ad un costo evidentemente sostenibile per YC e i VCs) e trovare ancora più velocemente nuove opportunità. Insomma, badilate sui denti a volontà. Vale la pena di prenderle per acquisire esperienza? Inizio a pensare di sì, una sorta di allenamento che, nel peggiore dei casi, ti lascia comunque molte nuove esperienze, non è a costo zero, e chiede anche la pianificazione di un piano B di supporto.