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L'esperienza a Y Combinator raccontata da uno dei suoi partecipanti, il CEO di FlutterFlow
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L'esperienza a Y Combinator raccontata da uno dei suoi partecipanti, il CEO di FlutterFlow

Abbiamo chiacchierato con il CEO di FlutterFlow, una startup che ha partecipato al batch W21 di Y Combinator. Ne è emerso qualcosa di eclatante.

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Con questo articolo diamo il via ad un nuovo filone dedicato alle interviste con alcuni dei founder delle aziende su cui abbiamo investito. La potete ascoltare in lingua originale tramite il player in testa all’articolo o leggere la nostra traduzione direttamente in italiano qui sotto. Siamo certi che la loro esperienza ispirerà molti di voi.

Un ringraziamento speciale a Irene 🙏🏼 per aver sbobinato e tradotto il tutto 😀.

Qualche settimana fa ho chiesto al CEO di FlutterFlow, Abel, se avesse voglia di raccontarmi come funziona un batch di YC visto dall’interno. Abel Mengistu e Alex Greaves sono i due giovani co-founder di quest’azienda e hanno partecipato con successo al batch invernale del 2021 — W21 — dell’acceleratore di Mountain View.

Sul sito di FlutterFlow definiscono così il loro prodotto:

FlutterFlow was founded by two former Google engineers who wanted to make it easier for designers, developers, and entrepreneurs to build mobile apps. Using our simple drag-and-drop interface, anyone (yes, anyone!) can build a fully functioning app in as little as an hour.

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Le domande erano tante e il tempo poco. Come avranno applicato? Come saranno stati ammessi? Il prodotto che cresceva già velocemente? Leggete e rimarrete stupiti 🙀.

Vi riportiamo l’intervista integrale dei 20 minuti passati assieme tradotta in italiano.

Massimo: Vorrei che le startup italiane capissero cosa succede quando vieni accettato in un batch YC. Probabilmente le cose erano diverse prima della pandemia, probabilmente ora i batch hanno un programma e un'organizzazione diversi. Qual è la tua storia? Hai inviato la candidatura e poi cosa è successo? 

Abel: Allora, la nostra storia è probabilmente un po' diversa dalle altre. Abbiamo fatto domanda dopo la scadenza, e questa era la seconda volta che ci siamo presentati a YC, la prima volta ci siamo candidati un anno prima con un'altra startup. In quel caso avevamo inviato la candidatura in tempo, e ricordo che solo fare domanda è stato estremamente istruttivo: rispondere a tutte quelle domande e avere ottime risposte a tutti quei punti è una buona parte dell'esperienza di YC, penso. 

Con la prima azienda, quando ci siamo rivolti a YC, abbiamo faticato a rispondere ad alcune domande. Lì abbiamo iniziato a vedere che stavamo cercando di forzare una soluzione al problema, il mercato non c'era proprio, il problema non era molto forte, non c'era un grande bisogno. 

Abbiamo continuato a lavorare su quell'azienda, che alla fine ha fallito, ma mentre stavamo costruendo l'app ci siamo resi conto che il processo di creazione dell'app era estremamente inefficiente. 

Quindi lì abbiamo iniziato a pensare a FlutterFlow, era settembre 2020 e la scadenza YC era a metà settembre. Ma non stavamo davvero pensando a YC, stavamo solo discutendo l'idea. 

Poi, all'inizio di ottobre, eravamo molto interessati all'idea dopo averla studiata, ma erano già passate 2 settimane dalla scadenza del YC. Una nostra amica, che è parte degli alumni YC, ci ha detto "Candidatevi anche se è passata la scadenza, mando io un'e-mail a uno dei partner e magari vi fanno comunque un colloquio se non hanno chiuso completamente la loro selezione"

Quindi abbiamo seguito il suo consiglio e inviato la candidatura. Solo la compilazione di tutto ci ha richiesto mezza giornata di lavoro. Ma devo dire che rispetto alla prima volta, una volta che il problema è evidente e la necessità è chiara è molto più facile compilare la domanda. 

A quel punto non avevamo niente, solo l'idea. Nelle due settimane successive non abbiamo fatto molto, non eravamo davvero sicuri di cosa fare, se trasformarla in un'azienda o meno. Una volta che il giorno del colloquio si è avvicinato abbiamo pensato "Dovremmo almeno presentare qualcosa di concreto, anche se non sappiamo se farne o no un’azienda". A questo punto eravamo veramente affaticati dall'ultima startup, non eravamo sicuri effettivamente di rimetterci in gioco. Lì abbiamo pensato solo "Validiamo rapidamente questa idea". È a questo punto che abbiamo fatto il test su Reddit e abbiamo ottenuto un po' di traction. Con quei primi dati, siamo andati all'intervista, avendo la consapevolezza che il problema problema che volevamo risolvere era effettivamente reale. 

Massimo: Quindi fino a questo punto ancora nessun prodotto. 

Abel: Zero, nessun prodotto, esatto. Solo una landing page, alcuni mock up dell'interfaccia utente. Situazione non tipica tra le startup che si candidano a YC. Penso che la maggior parte delle aziende di YC abbia una certa traction, almeno da quello che ho visto nel batch, alcune startup avevano addirittura $1M in ARR. 

Massimo: Sì, dipende, a volte vediamo aziende che hanno appena iniziato e aziende che hanno già ottimi ARR, non c'è una regola da quello che abbiamo visto. 

Abel: Anche il colloquio è stato molto particolare. Conoscevamo tutte le nostre metriche bene e avevamo risposte davvero precise e complete alle loro domande a raffica. Domande come “Numero di app sviluppate in media nel mondo? Il costo medio? Perché avete scelto Flutter? Come sta crescendo? Com'è l'ecosistema? Perché siete voi quelli che risolveranno questo problema?".

Sulla parte della traction poi, abbiamo potuto mostrare loro l'interesse che avevamo raccolto. Alla fine ci hanno chiesto "Potete mostrarci il prototipo?" e noi: "Non abbiamo ancora iniziato a costruirlo (ride). Ma possiamo mettere in piedi un prototipo molto in fretta”. A quel punto non ci hanno accettato subito, ci hanno dato 4 settimane per fare un prototipo. Quindi novembre è stato fondamentalmente un "no sleep November". Abbiamo lavorato senza sosta nel mio appartamento, io e il mio co-founder, a scrivere codice in una stanza vuota quasi tutto il giorno, al lavoro dalla mattina alla sera. Abbiamo preparato il prototipo e l'abbiamo mostrato a Jared Friedman, che è uno dei partner. È rimasto molto colpito dal fatto che siamo passati dal nulla alla prima versione di FlutterFlow in così poco tempo. Era ancora un prototipo molto iniziale, ma ha funzionato. E a quel punto ci hanno accettati.

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Massimo: Ok, penso in effetti che il vostro sia un caso atipico, non è il solito modo per essere accettati in YC, ma mostra che puoi far parte di un batch YC in molti modi diversi. Quindi il messaggio qui è di non arrendersi, di spingere forte sui propri obiettivi e di impegnarsi a far parte di quel piccolo gruppo di persone che farà parte di un batch di YC. Poi cosa è successo quando è iniziato il batch? 

Abel: Non appena siamo stati accettati siamo entrati nel network di YC. Abbiamo ricevuto un'e-mail di onboarding e abbiamo avuto accesso a Bookface. Bookface è il sistema interno che hanno i founder per comunicare tra loro e con tutti gli alumni. È molto bello, è come un forum interno. A quel punto stavamo costituendo l’azienda e ho cercato alcuni dei thread precedenti su questo argomento su Bookface: ho trovato post del 2009 scritti dal founder di Heroku che erano molto dettagliati e rispondevano alle mie domande. È stato molto bello tornare indietro e vedere i commenti degli ex founder di YC che chiedevano e rispondevano alle domande degli altri. 

Prima che il batch iniziasse effettivamente abbiamo esaminato molto di questo materiale e siamo stati presentati virtualmente alle altre startup del batch. Penso che questo sia il gruppo più grande che abbiano mai avuto fino ad oggi (350 aziende). Il batch è partito all'inizio di gennaio 2021, la prima settimana è stata principalmente di contenuti: come approcciarsi alle vendite, all’analisi dei prodotti, allo sviluppo, molti talk da ex founder o da partner di YC. Quindi principalmente formazione. Penso che sia la prima volta che lo fanno in questo modo, in genere durante il programma di persona organizzavano incontri dal vivo, una specie di mega conferenza. Questa volta è stato tutto registrato, il ché devo dire mi è piaciuto molto: ci sono alcuni argomenti di cui hanno parlato che non erano molto rilevanti per noi all'inizio (a gennaio), ma che sono rilevanti ora (ad esempio le vendite), quindi ora posso tornare indietro e riguardare quel contenuto con una diversa attenzione. 

Massimo: Quindi questa parte non è un vero e proprio “training”, è solo un insieme di talk, giusto? Founder, investitori, professionisti che raccontano la loro esperienza. E questi interventi erano brevi, tipo di un’oretta, o più lunghi tipo mezza giornata?

Abel: Sì, presentazioni e talk, esatto. È stato un Bootcamp di 3 giorni (dal mercoledì al venerdì) con più sessioni al giorno, dalle 9:00 alle 14:00. L’impressione è che questi contenuti siano già in qualche modo disponibili da qualche parte su internet (tipo video di YouTube o post su svariati blog), quindi non c'era nulla di davvero nuovo lì. Ma strutturato in quel modo, e in particolare in quel contesto, è più facile da imparare e da fissare. 

Massimo: Era pre registrato o era in diretta e interattivo? 

Abel: Era interattivo. Alla fine degli interventi si potevano fare domande.Circa 1 ora di talk e poi 15-30 minuti per le domande. 

Massimo: Piccoli gruppi o tutto il batch insieme? 

Abel: C’erano da 3 a 5 interventi contemporaneamente aperti a tutto il batch, una specie di vera conferenza in cui ognuno sceglie gli argomenti che preferisce seguire e si iscrive a quello che gli interessa di più. E poi tutti gli interventi vengono registrati e resi disponibili. 

Massimo: Ok. Finiti questi 3 giorni vi siete messi al lavoro, immagino. 

Abel: Sì. Siccome era da remoto, una delle parti più importanti dell'esperienza è stata il gruppo Slack. C'era un gruppo W21 Slack Batch in cui erano presenti tutte le 350 startup, e poi il batch è stato diviso ulteriormente in 4 Gruppi, con una media di 90 startup per Gruppo. Ogni Gruppo poi è stato nuovamente diviso in circa 12 Sezioni, con circa 8-10 aziende per Sezione che erano in qualche modo simili (dev tools, consumer, ecc.). Quindi c’erano Batch > Gruppi > Sezioni. 

Su Slack c’erano tutti i canali del Batch con domande random, annunci o domande sullo sviluppo software. Poi c’erano i canali di Gruppo, quelli di Sezione e anche un canale privato dove, per FlutterFlow, eravamo solo io, il mio co-founder Alex e i partner di YC che lavoravano con noi (Jared Friedman, Surbhi Sarna e Tim Brady). Quindi noi 5 avevamo il nostro canale Slack privato dove chiedere "Ehi partner, è successo questo, cosa dovremmo fare secondo voi?" e poi fare un brainstorming veloce con loro. Al di fuori dell'esperienza di Slack, ogni settimana, avvenivano 3 cose principali. Incontri di Sezione, incontri di Gruppo e incontri di Batch. 

L’incontro di Sezione si svolgeva ogni lunedì per 12 settimane. Ci incontravamo settimanalmente con le 9 aziende della nostra Sezione per circa 1 ora. La metà del tempo veniva guidata da uno dei partner di YC per parlare di un argomento specifico e poi il resto del tempo veniva guidato dai founder, semplicemente condividendo esperienze, novità e dubbi della settimana. Ogni settimana c'era qualcosa di specifico che tutti stavano vivendo: per esempio una settimana abbiamo parlato di acquisizione di clienti e sono venute fuori alcune opportunità di intro tra le startup. In questo modo ci siamo conosciuti davvero. Ci siamo incontrati con loro 1 ora a settimana per 12 settimane, ci conosciamo bene e siamo ancora in contatto. Con il Gruppo e con il Batch c’erano incontri settimanali di 1-1,5 ore. Gli incontri a livello di Gruppo erano generalmente tenuti dai partner YC, che condividevano le loro storie e le loro esperienze. 

Gli incontri a livello di Batch erano molto belli. Una volta, per esempio, i fondatori di Airbnb sono venuti e hanno condiviso la loro storia, un’altra volta invece abbiamo incontrato i fondatori di GitLab - altro incontro davvero molto interessante. Questi non non vengono registrati e spesso emergono anche argomenti delicati da non condividere al di fuori del Batch. Sono tutti molto aperti e condividono volentieri tutte le esperienze che hanno vissuto, è davvero bello. 

Massimo: Ok! E oltre a questi incontri cos'altro avete avuto? 

Abel: Una delle cose davvero utili sono le office hour, che durante il Batch consigliano di fare settimanalmente. Dovresti presentarti con un problema specifico. La prima office hour che abbiamo fatto è stata dopo aver appena lanciato il nostro primo MVP bruttarello, la retention non era stata buona, il ché non ci aveva sorpreso perché eravamo proprio all’inizio, ma facevamo fatica a parlare con i nostri utenti per chiedere loro cosa non stesse andando. Quindi siamo arrivati all’office hour chiedendo "Cosa possiamo fare per comunicare meglio con i nostri utenti?". E da quel momento in poi, ogni settimana dovevamo portare il "problema successivo". 

Alle office hour è importante arrivare preparati, conoscendo i propri numeri, le proprie metriche rilevanti, i propri KPI. Quindi una volta analizzati i dati e il problema, ti aiutano a sbloccare la situazione. 

Un'altra cosa davvero bella è il lancio del proprio prodotto su Bookface. È come un post su Hacker News ma solo per la community interna di YC (puoi scegliere se lanciare solo al tuo Batch o all'intera community) e puoi lanciare tutte le volte che vuoi. Noi abbiamo lanciato prima solo per il Batch, per raccogliere alcuni utenti, cosa che ci ha permesso di aggiungere 8 o 9 utenti da cui ricevere feedback. E poi abbiamo fatto lo stesso per l'intera community YC, che è un ottimo modo per vendere ad altre startup. Eravamo ancora un po' agli inizi, abbiamo iniziato a scrivere codice in ottobre-novembre, quindi a gennaio o febbraio creare un'app attraverso la nostra piattaforma per un'azienda matura di YC era un po’ difficile, ma abbiamo comunque ottenuto 20-30 iscrizioni e feedback molto utili. 

Questo è un po' il processo prima del Demo Day: lancio su Bookface, lancio su Product Hunt, lancio sulla stampa (YC ti aiuta a raggiungere soggetti come TechCrunch), e poi lancio su Hacker News (che noi non abbiamo ancora fatto perché preferiamo farlo in futuro). 

Massimo: Hai anche avuto la possibilità di parlare con gli alumni del network di YC? 

Abel: Sì, questo è un altro benefit di YC. Ho contattato diverse persone, una decina direi, attraverso Bookface, e alcune startup hanno contattato noi. Le persone sono generalmente molto disponibili nel rispondere alle domande, sono disposte ad aiutare, il che è davvero molto bello. 

Massimo: Qual era per voi lo scopo di questi contatti? Feedback, l'acquisizione di nuovi clienti, partnership?

Abel: Da un lato l’obiettivo era principalmente quello di aprire relazioni con persone e startup interessanti. Ad esempio, quando i founder di Supabase, tipo Firebase open source, ci hanno contattato per una collaborazione, è stato davvero fantastico. Hanno visto il nostro lancio su Bookface e hanno pensato che fosse una buona opportunità per integrarsi con una nuova azienda. Quindi è così che li abbiamo conosciuti, e poi ci hanno presentato alcuni angel investor che hanno investito nella loro azienda, come Ben Tossel, il fondatore di Makerpad, che ha investito in noi proprio grazie all’intro di Paul Copplestone, CEO di Supabase. Questo genere di cose per una startup agli inizi sono di grande valore. 

Massimo: Sì, abbiamo provato a investire in Supabase ma è il round era oversubscribed 😤! Tra l’altro immagino che ci siano migliaia di alumni su Bookface. 

Abel: Sì, credo che ce ne siano più di 5000. Secondo me tra tutte le cose utilissime che offrono, l’aspetto migliore di YC è davvero massimizzare le possibilità di seed round, anche solo per "l’aura di YC", che è un effetto molto reale (se una società è in YC, gli investitori già di partenza molto più interessati). Il 70% delle società in YC chiude rapidamente il proprio seed round. Alcune aziende della nostra Sezione hanno commesso l'errore di non compattare la loro raccolta fondi, ma di diluire gli incontri nel tempo: le società del Batch dovrebbero lavorare sulla relazione con gli investitori all'inizio del percorso, dovrebbero concentrarsi sui loro prodotti e sulle loro metriche e cercare di raccogliere i numeri e la traction migliori possibili pre-demo day. In questo modo avranno il miglior tipo di risultato possibile da mostrare agli investitori durante i meeting. A quel punto, pianificare tutti gli incontri di fundraising 2 o 3 settimane prima della chiusura del round, e non di più, crea un effetto “bolla temporale” e FOMO che è davvero efficace, dando un po’ più di leva ai founder.


Grazie per averci seguito fin qui!

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